Le proposte di Legambiente FVG per il piano di ripresa e resilienza
Riduzione dell’impronta ecologica, attraverso l’innovazione ambientale e sociale. Azioni di prevenzione e resilienza al cambiamento climatico, cura del territorio e delle reti, equità intergenerazionale sono questi alcuni concetti chiave per un futuro desiderabile.
Le opportunità che l’Europa con “Next Generation EU” ha posto in essere, interpella anche le forze sociali, le organizzazioni del terzo settore e i cittadini. Legambiente FVG ha individuato alcune traiettorie, coerenti con il Green Deal Europeo, che si concentrano attorno a due focus: contrasto alla crisi climatica e politiche di riparazione e cura del territorio e delle reti che garantiscono servizi fondamentali e sostenibili. Le traiettorie sono corredate poi da alcuni esempi che non esauriscono certo i temi ma declinano concretamente la visione. Diverse proposte possono trovare concretizzazione e copertura finanziaria nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Le note che seguono vogliono essere spunti di riflessione e occasioni di confronto e integrano a livello territoriale il corposo contributo di Legambiente nazionale al PNRR.
PREMESSA.
Operare innovazione sostenibile entro i limiti ecologici e sociali. Qual è il posto più a nord del polo nord? Non c’è. Perché la terra è tonda. È la forma della terra che fissa questo limite. Dove i limiti posti dalla natura non sono immediatamente percepibili ed evidenti, si tende a ignorarli, facilitati anche dalla perdita di memoria di accadimenti passati o confidando nelle soluzioni che la tecnica saprà porre in atto. Oppure perché si è troppo concentrati sul “qui ed ora” e l’idea di futuro appartiene ad altri. Operare entro i limiti stimola, se il contesto culturale e istituzionale è generativo, innovazione sostenibile.
Se allunghiamo i pensieri nel tempo, intravediamo alcuni rischi “strutturali” per la nostra Regione quali il progressivo invecchiamento della popolazione, la “desertificazione” di alcuni territori e l’assalto, con discrezione, alle risorse naturali quale misura di compensazione alla crisi economica, agli squilibri generati dai cambiamenti climatici o ultimi retaggi di una cultura che pensa che la sostenibilità sia un vezzo che non ci possiamo permettere, al massimo un po’ di green washing. Un pezzo di autostrada si, ma con gli erogatori di energia elettrica.
Come saldare gli obiettivo dell’Agenda 2030, il Green Deal agli investimenti del Piano con le peculiarità della nostra Regione? Serve una riflessione che va ben oltre i tempi del recovery plan. Però c’è sempre un tempo per iniziare.