Laghi di Fusine: prima e … dopo
La risposta di Legambiente al Consorzio Turistico Tarvisiano
Esattamente cinquant’anni fa, nel settembre del 1971, nell’ambito dei Laghi di Fusine, ritenuto “un esempio fra i più nobili e i più puri, per la delicata ed aspra bellezza del suo paesaggio e per la scarsa antropizzazione dei suoi componenti”, veniva istituito il primo “Parco Naturale” del Friuli Venezia Giulia. Un noto “estremista ambientalista”, che rispondeva al nome di Antonio Comelli (all’epoca Assessore Regionale all’Agricoltura, alle Foreste e all’Economia Montana ed in seguito ricordato come il “Presidente della Ricostruzione”), nell’esprimere l’orgoglio per l’iniziativa, manifestava anche la preoccupazione che “visitatori egoisti, pigri, rumorosi, disordinati” potessero compromettere gli equilibri naturali della località. Non a caso il Regolamento per la fruizione a fini ricreativi del Parco, approvato nel maggio del 1973 dall’Azienda Regionale delle Foreste, vietava , con tanto di indicazione di articoli del codice penale che sarebbero stati violati, azioni come “allestire attendamenti”, “gettare a terra ed in acqua rifiuti di qualsiasi genere” e “accendere radio, giradischi ed altri strumenti sonori”.
Oggi che i Laghi di Fusine sono un “Sito di Interesse Comunitario”, riconosciuto dall’Unione Europea, a qualcuno sembra però del tutto normale allestire per un paio di settimane un palco e una platea con centinaia di poltroncine ed ospitare una serie di concerti con gruppi neanche tanto “fracassoni” ma dotati comunque di vari watt di amplificazione. Banalizzare, riducendola a stadio, una splendida località naturale che diventa semplice “sfondo” per l’esibizione dei musicisti nell’ambito del “No Borders Music Festival”, non ci è sembrata fin da subito una “bella idea”. Ne abbiamo avuto conferma visitando i luoghi a manifestazione conclusa e trovando la situazione documentata dalle immagini che alleghiamo. Il Presidente del Consorzio Turistico Tognoni si è ritenuto offeso per questo e per la successiva attribuzione di una “bandiera nera” e ha affermato che i prati attorno al Lago Superiore sono stati perfettamente ripuliti, ammettendo implicitamente che erano stati abbandonati dei rifiuti. Ora il punto è proprio questo: il SIC dei Laghi di Fusine non può essere considerato alla stregua di una qualsiasi piazza o via cittadina, che si può sporcare e poi si passa a ripulire. Non si deve sporcare e basta e se qualcuno lo fa vanno applicate le sanzioni indicate dall’apposito cartello posizionato in loco.
Chiarito questo, desideriamo ribadire che non abbiamo niente contro l’organizzazione di eventi e spettacoli di qualità, anzi, riteniamo giusto ed importante che anche a coloro che vivono nei territori “periferici”, come la nostra montagna, sia data questa opportunità. Ci sono, però, modi e luoghi adatti perché questo accada. Lo scorso 8 luglio abbiamo così scritto agli organizzatori del “No Borders Festival” proponendo come alternativa, rispetto ai Laghi di Fusine, di ospitare i concerti a Tarvisio, sui prati falciati della parte finale delle piste da sci che scendono dal Monte Priesnig. Si tratta di un anfiteatro “naturale”, che non richiederebbe il posizionamento di poltroncine e potrebbe sfruttare gli ampi parcheggi esistenti e la facilità di allacciamento anche per la collocazione del palco e di altri servizi. Oltretutto le attività commerciali e gli esercizi pubblici della cittadina ne ricaverebbero un diretto vantaggio.
Invece di una risposta, se non altro per spiegarci come mai questa ipotesi non sia stata stranamente presa finora in considerazione, abbiamo ricevuto una minaccia di querela e una inverosimile richiesta di risarcimento!
Le foto allegate sono state scattate il 28 luglio ed il 7 agosto 2020.