Il paesaggio è risorsa culturale, di identità ed economica e va difeso e valorizzato
COMUNICATO STAMPA Udine, 5 febbraio 2013
Il paesaggio è risorsa culturale, di identità ed economica e va difeso e valorizzato.
Ricostruire i rapporti fra Regione e Soprintendenza avviando il Piano paesistico. Solo dopo sarà possibile affrontare il tema delle competenze.
Legambiente è impegnata nella tutela e valorizzazione del paesaggio ritenendo questo sia un valore culturale, un fattore di identità, una opportunità economica. Per questo ha recentemente lanciato una proposta di legge che vuole una programmazione di risorse e interventi dello Stato, con uno spettro ampio, a supporto della legislazione vigente e per contenere fattori negativi, quali il consumo di suolo e il degrado dei beni culturali.
Per questo ha lanciato, ad esempio, anche una sottoscrizione pubblica per l’acquisto dei terreni attorno ai templi di Paestum, sotto i quali giace la città antica, oggi di proprietà privata, affinchè siano demanializzati; richiede la pedonalizzazione dei Fori Imperiali a Roma per tutelare il Colosseo; ha chiesto a Milano il vincolo di tutela per la via Gluck, famosa ispiratrice di una delle prime riflessioni critiche e autobiografiche sull’urbanizzazione degli anni 60.
Legambiente segue quindi con attenzione lo scontro in atto tra la Regione, alcuni Comuni e associazioni di categoria e la Soprintendenza, situazione sulla quale aveva già sollecitato, senza averne alcun riscontro, nel settembre scorso i parlamentari locali a intervenire presso il Ministero, per appurare la realtà delle accuse e ottenere ove del caso provvedimenti, oppure per avere ufficialmente le motivazioni dei comportamenti della Soprintendenza. Questa via sembrava migliore di un conflitto pubblico sulla stampa, di indubbia durezza fra istituzioni e organi della Repubblica.
Invece il conflitto continua e viene condotto dall’Amministrazione regionale senza mai riferirsi al merito di beni o valori culturali e paesaggistici in gioco, ma sempre e solo parlando di lavori, appalti, tempi e investimenti.
Punti di vista importanti, ma non esaustivi degli scopi di una procedura autorizzativa particolare come in questo campo. Non pare casuale, allora, che l’assessore che sin qui è intervenuto sul tema sia Riccardi e non Savino, delegata all’ambiente e al paesaggio, culminando nella richiesta di ottenere in capo alla Regione ogni competenza autorizzativa in materia.
Questa è un’idea che viene da lontano, fin dal tentativo già della seconda metà degli anni 80 di evitare con legge l’applicazione in Regione della legge “Galasso” pretendendo di dare valore paesaggistico al Piano Urbanistico Regionale, velleità affondata dalla Corte Costituzionale. Idea che continua fino a Illy e Sonego che imboccano una scorciatoia simile, anch’essa senza esito, per il proprio Piano di Governo del Territorio.
Per Legambiente FVG non è un tabù pensare che del rilancio di una vera specialità, oggi esausta, per il Friuli Venezia Giulia possa far parte anche una competenza più ampia in materia di gestione dei beni culturali e paesaggistici. A patto che questo avvenga a seguito, e non prima, della realizzazione del Piano paesistico e che rappresenti, perciò, l’acquisizione di competenze e sensibilità in materia che oggi sono di là da venire.
E’ proprio alla luce di questo percorso, che può essere anche avviato per parti e per ambiti di tutela, e che la legge prevede sia di cooperazione fra Stato e Regione, che non convince un continuato atteggiamento della Soprintendenza che non vuole riconoscere né il luogo istituzionale del confronto, né gli esiti dei primi tentativi di pianificazione paesaggistica pure faticosamente avviati, prigioniera di una logica, questa sì, “ministeriale” che ritiene di propria esclusiva competenza il bene paesaggio.
Legambiente FVG