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Osservazioni al Piano regionale di tutela delle acque

COMUNICATO STAMPA                        Udine,  13 febbraio 2013

Legambiente: il Piano Regionale di Tutela delle Acque va profondamente rivisto!
Una moratoria delle concessioni idroelettriche e nuovi criteri di assegnazione. Rivedere il Deflusso Minimo Vitale. Grave la situazione della depurazione in Provincia di Udine. Carente l’attenzione alla Laguna.

[Il Piano regionale di tutela delle acque è stato adottato con deliberazione della Giunta regionale n. 2000, del 15 novembre 2012,  il cui testo  e i relativi allegati sono reperibili sul sito ufficiale della Regione Friuli Venezia Giulia (www.regione.fvg.it—>delibere—>num. delibera 2000) e discusso in IV Commissione consiliare il 12 febbraio 2013]

Legambiente ha depositato alla Regione le proprie 10 osservazioni al Piano Regionale Tutela Acque (PRTA), discusso oggi presso la IV° Commissione Consiliare a Trieste, esprimendo un parere critico su alcune questioni centrali relative al tema acque oggi in regione, e alla loro gestione.

In primo piano, Legambiente pone la questione dei prelievi idrici a scopi idroelettrici che sta assumendo le dimensioni di un vero e proprio attacco ingiustificato alle ultime risorse idriche ancora disponibili in montagna, senza che vi sia una ragionevole motivazione, diversa dalla speculazione privata, legata alla fruizione dei certificati verdi e dei bonus contributivi e amministrativi per chi vuole fare energia rinnovabile.
La situazione oggi in montagna è gravemente critica a causa, da una parte, della penuria di acqua, legata ai cambiamenti climatici che riducono, concentrandole in brevi periodi, le precipitazioni e, quindi, la disponibilità d’acqua e, dall’altra, di un’ampia disponibilità della politica a concedere autorizzazioni anche in ambienti preziosi e su tratti d’acqua sempre più in quota e rari.
Legambiente ricorda che l’86% delle acque superficiali risulta assoggettato a prelievi idroelettrici o irrigui e per questo rileva una situazione, costantemente denunciata anche dai Comitati per la montagna, non ulteriormente sopportabile; ricorda che fiumi come il Tagliamento, il Cellina, il Meduna, il But e il Degano, questi ultimi due in parte, sono praticamente privi di acqua per ampi tratti e che la ricerca di captazioni sempre più lontane, mette in secca i fiumi, genera problemi idrogeologici, distrugge le comunità di ittiofauna senza che in cambio vi sia nessun vantaggio per  il territorio e l’ambiente.
A tal proposito, Legambiente chiede una moratoria immediata di tutte le concessioni in itinere perché, come dice lo stesso PRTA, ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale che esige risposte eccezionali, e propone criteri di assegnazione delle concessioni rigorosi e limitati, già in uso da parte della Commissione VIA, ma dismessi perché mai approvati dalla Giunta Regionale, troppo interessata a non bloccare le istanze di vari imprenditori.
Inoltre, Legambiente, nelle sue osservazioni ripropone il tema del Deflusso Minimo Vitale che, oggi, in sintonia con la Direttiva Acque 2000/60/EU, non può più continuare a essere inteso solo come un minimo rilascio tanto per accontentare qualche strano ambientalista, ma va inteso e normato come strumento che prioritariamente tutela la vita nei fiumi e, secondariamente, soddisfa le esigenze idroelettriche. Anche su questo argomento è stata presentata un’osservazione specifica, per aumentare le portate rilasciate.
Legambiente ha poi rilanciato il tema della salvaguardia della laguna di Grado e Marano per la quale il PRTA dedica attenzione generica e insufficiente con riguardo al tema dell’inquinamento da mercurio che appare fortemente sottovalutato.
Inoltre, Legambiente affronta il tema della depurazione delle acque che, altresì, presenta lacune interpretative e applicative tali da consegnare un quadro di conoscenza incerto e non sempre in linea con le indicazioni comunitarie; ciò è tanto più grave in quanto lo stesso PRTA dichiara che “I depuratori della Provincia di Udine (651 impianti) palesano gravi limiti gestionali, con conseguente modesta resa depurativa; il difetto gestionale produce talora il peggioramento delle qualità del refluo al passaggio nel depuratore”.
Non è possibile che un Piano di tutela si limiti a una valutazione generica di questo fatto. Non c’è un elenco dei depuratori, non c’è una loro descrizione in termini di tipologia tecnologica, non si sa quali siano le efficienze depurative di tali depuratori se non che in alcuni casi l’efficienza è negativa. Poi non è noto quanti siano gli abitanti equivalenti allacciati alle fognature, quanti quelli che effettivamente raggiungono le fognature (spesso ci sono fenomeni per cui un refluo scaricato in fognatura non raggiunge il depuratore) ecc.
A parere di Legambiente, ciò determina l’impossibilità di stimare il carico immesso nell’ambiente, in quanto non è noto cosa e quanto viene depurato. Su questo tema, occorrerà ritornare in sede di discussione pubblica del Piano.
Infine, Legambiente ha posto il tema cruciale del coordinamento tra le scelte del PRTA e quelle del Piano Energetico Regionale (PER) e del prossimo Piano di Sviluppo Rurale (PSR) in quanto il tema della produzione di energia idroelettrica li attraversa tutti, coinvolgendoli sul piano delle scelte, dei finanziamenti e delle tecnologie.
Da questo punto di vista, Legambiente sottolinea la totale residualità dell’idroelettrico nelle previsioni del PER (+12 MW da installare) a fronte di richieste giacenti di nuove concessioni per circa 90 MW. E’ evidente che non si possono soddisfare tutte le richieste e che i due Piani devono trovare una loro convergenza di indicazioni politiche e di relative disposizioni attuative.

Legambiente FVG