Amianto sul Cellina: la situazione sta precipitando
In allegato trovate i documenti che il nostro Circolo di Legambiente ha prodotto dal dicembre 2010 ad oggi. Ripetuti appelli e denunce con cui segnalavamo la drammatica urgenza di intervenire sul greto del Cellina per evitare che decine di cumuli di guarnizioni di amianto fossero trascinati lungo il fiume e per fermare la continua erosione della sponda destra con grave pericolo per la strada, il campo sportivo e anche le condotte forzate delle centrali idroelettriche.
Nel dicembre 2010 i cumuli di amianto erano intatti e l’argine del fiume distava oltre 25 metri dalla sede stradale. Nel novembre 2012 tutto l’amianto era finito lungo il fiume e in questi giorni l’acqua ha eroso la strada.
Due anni fa un intervento minimale di movimentazione di inerti avrebbe consentito con poche migliaia di euro di evitare i disastri successi e concesso il tempo necessario per interventi più strutturali. Ora invece il danno ambientale è irreparabile e saranno necessari centinaia di migliaia di euro per ripristinare la sicurezza idraulica.
E’ molto interessante conoscere gli avvenimenti di questi giorni.
Gli scarichi di Ravedis sono stati aperti più volte in seguito alle piogge persistenti. In questa situazione e ben sapendo le conseguenze che si sarebbero prodotte a valle, sono stati collaudati i due scarichi di fondo con portate superiori a 600 mc/sec. Le conseguenze sono quelle che vedete nelle foto allegate.
A margine una vicenda che può definirsi incredibile e grottesca. Perché un’impresa incaricata dal Consorzio di Bonifica (gestore della diga) stava recuperando, quanto ormai è recuperabile, dell’amianto sparso lungo il fiume. Ebbene l’acqua, oltre all’amianto, ha travolto e trasportato a valle anche le baracche del cantiere puntualmente piazzate sul percorso dell’acqua.
Incapacità? Irresponsabilità? O altro?
Certo è che nessuno paga se non l’ambiente e i contribuenti.
22/05/2013
De Biasio Mario – Circolo Legambiente delle Prealpi Carniche