La formazione per la gestione sostenibile del patrimonio arboreo
Nel quadro delle azioni necessarie per convertire la gestione del verde pubblico e privato verso modelli di sostenibilità ambientale e in funzione dell’adattamento climatico, l’iniziativa del GdL Infratrutture Verdi si prefigge di individuare obiettivi concreti e di sviluppare le opportune sinergie con i soggetti presenti sul territorio. L’Italia, nel quadro della Strategia europea per la Biodiversità dovrà mettere a dimora circa 227 milioni di alberi entro il 2030. Per raggiungere questo obiettivo occorrono strumenti di pianificazione, programmazione e governance capaci di garantire nel tempo il reperimento del materiale vegetale e la collaborazione dell’intera filiera del floro-vivaismo (cfr. questo link).
Dobbiamo chiederci come siamo messi a livello regionale e comunale sotto questo profilo anche nella prospettiva di gestione dell’intero patrimonio arboreo e iniziare a lavorare su alcune priorità. Una di queste è la formazione, da cui dipende la disponibilità di tecnici e di operatori impiegabili nella gestione e nella manutenzione del verde arboreo. Lasciamo da parte, per il momento, questioni altrettanto importanti come la pianificazione e la produzione vivaistica.
Ma piantare e gestire gli alberi richiede competenze specifiche. Se piantare alberi ornamentali è un investimento importante per il futuro, è ancora più importante assicurare la corretta gestione del patrimonio arboreo esistente e nuovo, al fine di proteggere e valorizzare le sue funzioni nel tempo. Le competenze professionali in questo settore non sono sufficienti ad assicurare una buona gestione. Ciò determina il progressivo aggravarsi del decadimento fitosanitario e della sicurezza statica di gran parte del patrimonio arboreo pubblico e privato. La crisi climatica incide pesantemente e mette a rischio l’efficacia dei nuovi interventi di messa a dimora.
E’ perciò necessario sostenere e promuovere la formazione di tecnici e operatori dotati di specifica qualificazione. A livello operativo nemmeno la qualifica di “manutentore del verde” conferisce di per sé le competenze necessarie per adottare in autonomia le modalità degli interventi manutentivi (es. tipologia di potatura). Analogo discorso può essere fatto per la qualificazione dei tecnici, spesso sprovvisti di formazione e/o aggiornamento specifico per la pianificazione e programmazione dei lavori, per la redazione del capitolato tecnico in linea con le più moderne pratiche di gestione sostenibile, per il controllo di qualità, ecc. Ciò si riverbera anche nella frequente mancata applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (DM 10 marzo 2020) negli appalti pubblici in questo settore, obbligatoria ai sensi dell’articolo 34 del Codice dei contratti pubblici. Perchè la qualifica di “manutentore del verde” non è sufficiente. In base alla normativa vigente, molti operatori del settore hanno ottenuto la qualificazione di “manutentore del verde” in base all’esperienza di lavoro maturata prima dell’entrata in vigore della legge, quindi senza avere eseguito la formazione minima di 180 ore richiesta (ma solo per il titolare dell’impresa o il preposto) per concorrere alle gare d’appalto pubbliche. Negli ultimi decenni l’arboricoltura è divenuta materia di studio scientifico sempre più diffuso, producendo nuove metodiche di gestione che non possono essere ignorate, come purtroppo avviene, da molti operatori e tecnici che operano in questo settore. Riteniamo quindi necessaria l’istituzione della specifica figura professionale dell’arboricoltore, l’incentivazione di appositi corsi di formazione e l’istituzione di corsi di aggiornamento obbligatori per gli operatori e addetti alla gestione, manutenzione e potatura degli alberi.
L’esperienza della Regione Lombardia
La Regione Lombardia, prima in Italia, ha istituito, con Decreto n.15197 del 23 ottobre 2019, il profilo professionale dell’Arboricoltore nel Quadro Regionale degli Standard Professionali (QRSP) per il riconoscimento giuridico degli operatori e tecnici che abbiano acquisito specifiche capacità operative nell’impianto e nella cura dell’albero in ambito urbano e periurbano. La formazione di questa figura specialistica prevede un percorso teorico-pratico strutturato in aula e in cantiere per conseguire le abilità e le competenze descritte nell’apposita scheda. A conclusione del corso, i partecipanti idonei ottengono l’Attestato di Competenza (DDG 8486/2008) di “Arboricoltore” rilasciato dalla Regione Lombardia e riconosciuto in tutto il territorio nazionale.
Per dare un’idea, il corso per “arboricoltore” della storica Scuola Agraria del Parco di Monza prevede 280 ore di lezioni teorico-pratiche, ovvero 100 ore in più del corso di manutenzione del verde. L’arboricoltore è un tecnico, artigiano o dipendente di aziende e/o enti pubblici che si occupa della gestione del verde, che opera, in autonomia e in collaborazione con le altre figure professionali (agronomi, architetti paesaggisti, progettisti), della cura e della gestione del patrimonio arboreo in ambiti non forestali. Una delle tecniche operative di lavoro applicate all’arboricoltura è il Tree climbing, che consente, anche in situazioni inaccessibili con i mezzi meccanici, di intervenire sull’albero con la massima mobilità, in sicurezza, dall’interno all’esterno della chioma, senza compattamento del terreno, per effettuare tutte le operazioni di manutenzione e gestione necessarie (potature, consolidamenti, analisi visive in quota, abbattimenti ecc.). La struttura del corso di formazione ottempera a quanto previsto dall’allegato XXI del D. Lgs 81/2008.
Proposte
Abbiamo quindi avviato, insieme all’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali, un confronto con il Servizio regionale lavoro e formazione sulla proposta di inserire la figura professionale di “arboricoltore” nel Repertorio regionale dei profili professionali e di promuovere appositi corsi di formazione, nonché di aggiornamento (obbligatori) rivolti ai possessori della qualifica di “manutentore del verde”, con priorità per gli operatori/addetti delle imprese che concorrono ad appalti pubblici e che non hanno conseguito una formazione specifica. In questa prospettiva abbiamo richiesto un incontro anche al direttore del Servizio centrale unica di committenza, che produce i bandi di gara per i cosiddetti contratti-quadro per tutti gli enti pubblici del territorio regionale. La richiesta è di modificare i criteri di selezione dei candidati alle gare al fine di ottenere maggiori garanzie sulla qualità dei “piani di gestione e manutenzione”, per assicurare la professionalità degli interventi finalizzati a conservare e valorizzare ogni singolo esemplare arboreo e per le verifiche sull’applicazione delle “specifiche tecniche” come previsto dai criteri ambientali minimi del verde pubblico.