Coniugare la tutela dell’ambiente e lo sviluppo economico. Legambiente, enti istituzionali e di sviluppo economico sono d’accordo
Tutela ambientale e sviluppo devono andare di pari passo: nessun dubbio tra i relatori del convegno “La conservazione della Biodiversita’ nel Territorio monfalconese tra tutela ambientale e sviluppo economico”, organizzato da Legambiente Monfalcone.
Non si possono più fare distinzioni tra sviluppo e tutela della biodiversità ha dichiarato l’assessore regionale alla Pianificazione Mariagrazia Santoro, che è stata esplicita anche sull’importanza di una pianificazione che tenga conto della presenza delle aree protette. Proprio per questo motivo la Santoro ha annunciato l’impegno per arrivare a strumenti concreti di governo del territorio, partendo dalla storia e dalle esperienze locali.
Proprio sulle buone pratiche già avviate in altre parti d’Italia si è soffermato Stefano Raimondi, dell’Ufficio Aree protette e Biodiversità di Legambiente nazionale, evidenziando come le aree protette rappresentino una importante occasione di sviluppo e nuova occupazione e che solo una visione miope del futuro può considerare di ostacolo. A titolo di esempio, Raimondi ha riportato alcuni dati molto significativi:
4.000 addetti occupati negli enti di gestione
2.000 occupati per la manutenzione del territorio
oltre 1.000 organizzazioni (cooperative e associazioni) impegnate in attività di gestione di servizi e strutture, occupando quasi 10.000 lavoratori (soprattutto giovani tra i 20 ed i 35 anni)
Samantha Saffer del circolo monfalconese di Legambiente, ha sottolineato l’evidente necessità di coniugare tutela dell’ambiente e sviluppo economico. In questo quadro, ha dichiarato, le aree protette anche a livello locale dovrebbero diventare occasione di crescita per il territorio. Legambiente ha posto il problema di una “governance” delle zone sottoposte a tutela ambientale, al momento troppo disgregata, ma anche della connessione funzionale tra le aree di tutela, con la creazione dei veri e propri corridoi ecologici.
Le aree naturali dovrebbero diventare anche più efficienti, ha affermato Pierpaolo Zanchetta del Servizio Caccia e risorse ittiche della Regione, citando il caso del SIC che convive con l’area portuale di Monfalcone, in modo da poter fornire risposte adeguate a tutte le esigenze dei territori. Anche per il tecnico regionale le aree di tutela vanno messe in rete, magari immaginando un coinvolgimento dei privati nella gestione.
Intanto a livello locale, il Comune continua a lavorare per l’istituzione del Parco delle colline carsiche. «Così da mettere in salvaguardia una volta per tutte l’area protetta dalle espansioni degli anni ’60, ha osservato l’assessore all’Urbanistica Massimo Schiavo, grazie alla presenza della ferrovia.
Il direttore del Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Monfalcone, Giampaolo Fontana, ha fatto il punto sull’assetto e la consistenza, anche in termini di occupazione, delle due aree industriali di Monfalcone-Staranzano, ribadendo come per il Csim anche la crescita infrastrutturale del porto possa benissimo convivere con il SIC Foci del Timavo.
Lo stesso convincimento è stato subito dopo ribadito anche dal Presidente dell’Ente porto di Monfalcone, Paolo Maschio, il quale ha messo in luce l’ampia potenzialità di sviluppo portuale grazie alla grande disponibilità di spazi che l’area può garantire.
L’assessore provinciale Mara Cernic ha successivamente fornito il quadro del progetto Carso 2014, illustrandone gli interventi ipotizzati.
Nelle conclusioni, Stefano Sponza, biologo dell’Università di Trieste e moderatore del convegno, ha voluto focalizzare i punti-chiave dell’incontro:
1. fare il punto sullo stato di fatto delle aree naturali protette sul nostro territorio
2. fare chiarezza su alcuni aspetti di conflittualità che, come esplicitato dai soggetti direttamente coinvolti, non hanno alcun motivo di esistere
3. chiedere alla Regione che nel Piano di governo del territorio in fase di realizzazione si preveda una “governance” delle aree protette che consenta un’armonizzazione nella pianificazione e gestione di siti sottoposti a diversi gradi di tutela e a diversi enti locali.
Legambiente circolo “Green Gang”