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Cellina: tra dissesti dighe e amianto

Povero Cellina, assediato da strade, ponti, sbarramenti, centrali idroelettriche, dissestato e pieno di amianto. Bistrattato da chi vuole sfruttarlo e non difeso da chi sarebbe preposto a farlo.
Conteso tra chi vuole sfruttare le sue acque per produrre energia o bagnare i campi e chi l’acqua la vuole fermare per contenere le piene.
A nord di Barcis e della Molassa c’è la gara tra sedicenti imprenditori (leggi speculatori) che vorrebbero prosciugare per lunghissimi tratti non solo il Cellina ma anche i suoi affluenti Settimana, Cimoliana, Molassa, Ledron, Alba, … per derivare l’acqua e costruirvi nuovecentraline idroelettriche. Incuranti delle gravi conseguenze sull’habitat e il paesaggio provocati dalla mancanza d’acqua nei torrenti per lunghi periodi oltre agli inevitabili dissesti idrogeologici.
Più a sud lo sbarramento di Barcis. Realizzato nel 1953 ad uso prevalente idroelettrico aveva originariamente una capacità di 20 milioni di metri cubi. Tutti sanno, e sapevano anche allora, che il Cellina trasporta a Barcis ogni anno circa 150.000 mc. di inerti. Il risultato è che attualmente la capacità del serbatoio è dimezzata. 

In allegato il testo completo del documento

Circolo Legambiente Prealpi Carniche

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