Taiament, un laboratorio destinazione futuro
Nel 2020 Legambiente pubblica il manifesto “Tagliamento domani”. Con questo articolo pubblicato sul Messaggero Veneto l’associazione sviluppa una delle 15 proposte presenti nel manifesto.
Il Tagliamento è il principale corridoio ecologico della regione e una delle principali infrastrutture verdi e blu per valenza ecologica, geodiversità, sviluppo e livello di connettività, ma è anche un fiume negato nella parte alta del bacino e divisivo quando scorre avaro d’acqua o quando, gonfiandosi, si spinge a riprendersi le sue pertinenze spesso ignorate. E’ un fiume spezzato nella dinamica di trasporto e ripascimento delle spiagge rivierasche ma, nonostante ciò, la sua foce rappresenta il più bell’esempio in Adriatico di forma deltizia cuspidata; ha segnato geografie culturali con un “al di ca e al di là da l’aghe”, storie coevolutive con le comunità rivierasche ma anche storie di guerra con il farsi e disfarsi dei ponti. Il suo alveo a canali intrecciati ha ispirato poeti, da Turoldo a Pasolini, ma viene anche vissuto da alcuni come un autodromo.
L’ultimo cjaradôr a Gemona ci ricordava che l’incontro del Fella con il Tagliamento ha prodotto una ghiaia speciale per qualità, ora scomparsa … Dobbiamo riflettere su tutte le “qualità” che perderemo se non saremo in grado di sollevare i nostri corsi d’acqua dalle incessanti pressioni o dall’immaginare le grandi opere per contenere e laminare le onde di piena. Dobbiamo imparare dalla natura nella ricerca delle soluzioni.
Così Legambiente, nel 2020, primo anno dell’era Covid, introduceva le 15 proposte del manifesto “Tagliamento domani” alle istituzioni locali e regionali. Ci soffermiamo su una delle proposte, forse la meno discussa che attiene alla valorizzazione scientifica e culturale del fiume. Ci siamo posti una domanda semplice. Perché uno dei fiumi più studiati d’Europa non ha un centro in prossimità del fiume, dedicato alla valorizzazione delle conoscenze e alla promozione di relazioni tra esperti, comunità rivierasche e fruitori del fiume (proposta n. 13)? Abbiamo considerato le diverse “impronte” presenti lungo il fiume che ci portano ad altre considerazioni e ulteriori domande:
– c’è un popolo quasi invisibile di ricercatori, provenienti da ogni angolo d’Europa, che studiano il fiume nel tratto mediano ma lasciano poche tracce (relazioni) sul territorio. Come rimediare?
– Ci sono i pellegrini in movimento lungo la via del Tagliamento (via Alemagna), Il Camino di San Antonio, la Romea Strata. Il bellissimo e restaurato Hospitale di San Tommaso racconta antiche storie oggi ripercorse. C’è una struttura corrispondente che parla del fiume?
– Ci sono molte biciclette che pedalano lungo la ciclovia del Tagliamento. La mobilità lenta è un modo di attraversare e vivere un territorio. Va accompagnata affinché lo sguardo non sia furtivo o veloce sulle qualità del fiume ma possa soffermarsi su conoscenze e peculiarità che lo riguardano. In che modo?
– Ci sono tracce in alveo di studenti che analizzano le acque, l’inquinamento da plastica, la qualità della vegetazione ripariale, … e che a loro volta producono nuove conoscenze. Perché non sistematizzare, archiviare, alimentare e rendere permanenti queste attività in prossimità del fiume?
– E citiamo anche i tanti cittadini che fruiscono dei servizi del fiume e che possono arricchire le loro conoscenze con “qualcos’altro”.
Abbiamo chiamato questo ipotetico Centro in grado di accogliere tutte queste funzioni FuturLab dal Taiament. Una denominazione glocale. Ma potrebbe avere avere altre denominazioni forse più creativi.
Può essere ospitato in un’unica struttura o in più strutture coordinate tra loro. Su manufatti esistenti. Quali
servizi si possono immaginare?
– Informare viaggiatori, ciclisti, curiosi, … sulle caratteristiche, qualità e criticità del fiume
– restituire gli esiti delle ricerche alle comunità rivierasche
– favorire l’incontro tra ricercatori e studenti delle Università regionali ed europee
– erogare formazione specialistica sulle dinamiche fluviali e sulle tecniche di riqualificazione fluviale
(Università,..)
– sostenere anche logisticamente la didattica ambientale sul fiume e le esperienze di citizen science
– promuovere l’intreccio della scienza con l’arte nelle sue diverse declinazioni
È un laboratorio orientato al futuro. Dobbiamo rivisitare il nostro rapporto con la natura, incorporare il concetto di limite nella pianificazione, dobbiamo restituire spazi ai fiumi. Non certo per diventare tutti ambientalisti ma, egoisticamente e in modo lungimirante, per tutelare noi stessi. Questo processo non facile ha bisogno di luoghi, produttori di informazione, conoscenza, relazioni e pensiero. Un ulteriore ragione oltre a quelle elencate per promuovere la proposta e per contribuire a qualificare la proposta di “Tagliamento sito Unesco (proposta n. 14 del manifesto)”.
Si può solo chiudere con ancora una domanda: perché non esiste ancora?
Il Presidente di Legambiente