Danieli e Metinvest a Piombino. L’effetto farfalla
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Il 19 Febbraio 2025, si legge su Milano Finanza. “Piombino, accordo Metinvest e Danieli per la gestione congiunta dello stabilimento: si produrrà acciaio green. La struttura è destinata a diventare un punto di collegamento strategico tra le industrie metallurgiche italiana e ucraina”. E’ riportata anche una affermazione del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso: «Passo decisivo per il rilancio del polo siderurgico di Piombino, avanguardia di tecnologia green in Europa».
Le battaglie dei comitati con le 25.000 firme raccolte con gli strascichi tutt’ora presenti, il ruolo avuto dai comuni rivieraschi sono ormai storia conosciuta. Ma c’è una storia nascosta che ha concorso, assieme alle altre, a far sì che tramontasse definitivamente un progetto insostenibile in Friuli Venezia Giulia e si aprissero alternative in siti ambientalmente e socialmente più idonei il progetto. Ripercorriamola in sintesi per completezza di informazione.
Il 19 luglio 2023 gli organismi nazionali e regionali FVG di Legambiente e il WWF trasmettono una lettera ai Ministri Picchetto Fratin e Urso dove ribadiscono le motivazione già espresse sul territorio per un no deciso all’impianto in Laguna. Pongono inoltre ai Ministri due semplici domande: “E’ coerente con una politica industriale siderurgica di un paese industrializzato costruire una nuova e grande acciaieria senza aver risolto le due annose crisi degli stabilimenti di Taranto e Piombino? E, ancora, può il Governo non occuparsene e lasciare decisioni così importanti ad una sola Regione, visto l’impatto che avrebbe sui mercati dell’acciaio prodotto in Italia?”
Il 21 agosto 2023 il gruppo Misto di opposizione al Consiglio comunale di Piombino presenta una mozione al Sindaco avente per oggetto: “Polo siderurgico in Friuli Venezia Giulia”. Nella premessa richiamano
– il documento di Legambiente e WWF del mese di luglio inoltrato ai ministri Urso e Picchetto Fratin
– “che detto progetto va ad interessare aree vergini di quella regione e che andrebbe ad occupare oltre 70 ettari della zona industriale nella cosiddetta punta sud e confinante con la laguna di Marano e Grado, tutelato da norme comunitarie regionali e dalla convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide”.
– aggiungono che “la notizia pubblicata anche sugli organi di stampa locale (che citano la lettera di Legambiente e del WWF) non sembra aver suscitato particolare attenzione da parte delle istituzioni nostrane che il sito siderurgico di Piombino non può certo ritenersi un’area vergine, tutt’altro, e necessita di un profondo intervento di bonifica e riqualificazione”
– la mozione “impegna il sindaco e la giunta a sostenere e tutelare le ragioni di Piombino e ad attivarsi con il governo e i ministri interessati, Urso e Picchetto Fratin, come incontri e comunicati di cui rendere conto a questo consiglio comunale, affinché il progetto per il polo siderurgico in Friuli Venezia Giulia sia valutato all’interno di una strategia siderurgica nazionale che veda Piombino quale punto centrale di questa politica.”
La mozione viene votata all’unanimità e rappresenta una svolta. Il sindaco si fa parte attiva nella interlocuzione con il ministro, le parti sociali e la Danieli…
Perché l’effetto farfalla citato nel titolo? Perché una lettera ripresa e rilanciata da un gruppo consiliare di minoranza, nel posto e nei tempi giusti ha aperto la strada ad altre alternative positive per tutti.
Morale: Con un misto di lotta e ragionevolezza si è salvata (almeno per ora) l’integrità della Laguna di Grado e Marano e si sono poste le basi per il rilancio di un sito siderurgico, di valenza nazionale in crisi occupazionale, tecnologica e ambientale da molti anni.
Legambiente FVG