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Il museo ferroviario di Trieste rischia la chiusura

IL MUSEO FERROVIARIO DI TRIESTE CAMPO MARZIO RISCHIA DI CHIUDERE PER COLPA DELL’AVIDITA’ DELLE SOCIETA’ PROPRIETARIE E GESTRICI DELL’IMMOBILE E A CAUSA DELLA PASSIVITA’ DELLA REGIONE.

Nel contesto delle dismissioni e svendite generalizzate del patrimonio storico delle ferrovie italiane, “privatizzate” con la cessione gratuita a Ferrovie dello Stato di ciò che per decenni i contribuenti hanno finanziato con le loro tasse, la società Ferservizi (del gruppo FS), privata ma di proprietà pubblica, ha già cercato inutilmente di vendere la storica stazione di Trieste Campo Marzio, costruita nel 1906 quale stazione di testa della Ferrovia Transalpina e fortunatamente sottoposta a vincolo dalla Soprintendenza.

 

Dal 1984 la stazione è sede del Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio, uno dei più importanti musei ferroviari italiani. Esso è gestito gratuitamente dai soci della Sezione Appassionati Trasporti del Dopolavoro Ferroviario, che all’inizio aveva in comodato l’edificio della stazione, e dopo la privatizzazione paga 54.000 euro di affitto, di cui 8.000 solo per il Museo. La proprietà non ha speso nemmeno un centesimo per la manutenzione dell’edificio, e il degrado è evidente a tutti.

Non essendo riuscita Ferservizi a vendere la stazione, la società “Patrimonio DLF srl” che gestisce i beni immobili del Dopolavoro Ferroviario, sia di proprietà che in locazione dal gruppo Ferrovie dello Stato, ha preannunciato dal 2012 un aumento vertiginoso dell’affitto: solo il museo dovrebbe pagare il triplo dell’affitto attuale. Sembra che, essendo bloccate le possibili speculazioni immobiliari grazie ai vincoli, qualcuno abbia pensato di “ricattare” gli enti locali, per estorcere altri soldi pubblici, dato che tutti sanno che il Dopolavoro Ferroviario di Trieste non potrà più pagare un affitto così elevato.

Visto il rischio annunciato di chiusura già al prossimo gennaio cosa aspetta la Regione – unico ente dotato dei fondi sufficienti – ad agire per salvaguardare la stazione e valorizzare un museo, per la sua origine, unico in Italia? La Regione Piemonte si è dotata di un museo regionale ferroviario fino dal 1978, ed è noto l’interesse dei turisti, specie austriaci, per questo museo ricchissimo di materiali, attrezzature, carrozze e locomotive.

Legambiente del Friuli-Venezia Giulia chiede un intervento rapido e decisivo della Regione, per costruire e rendere credibile con la sua partecipazione un tavolo di enti pubblici e privati triestini che mobilitino risorse per scongiurare un gravissimo impoverimento del nostro patrimonio storico, culturale, turistico ed anche economico.
Senza dimenticare che se lo studio di fattibilità già approvato, nell’ambito del progetto ADRIA-A, di un collegamento ferroviario per passeggeri fra Capodistria e Trieste, verrà realizzato, quella è l’unica stazione possibile terminale della linea e non può essere abbandonata ad un degrado interessato.

Per Legambiente FVG
Elia Mioni, presidente regionale,
Andrea Wehrenfennig, del gruppo di lavoro trasporti e infrastrutture

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