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Uno sfregio sulle rive del Lago Volaia

Protesta di Legambiente per gli interventi in corso sul versante austriaco del simbolo più conosciuto delle Alpi Carniche Wolayer See (Alpi Carniche) .

Il Wolayer See (Lago Volaia) è certamente la più conosciuta e frequentata meta di escursioni delle Alpi Carniche. Situato a 1950 metri di altitudine sul livello del mare, si trova a pochi passi dal valico omonimo che fa da confine tra Italia e Austria e unisce la catena dei Monti di Volaia al Gruppo del Monte Coglians (Höhe Warte). Quest’ultimo, con i suoi 2780 metri, è la vetta più alta delle Alpi Carniche e della Regione Friuli Venezia Giulia. La zona ha un notevole interesse storico, ambientale e naturalistico e offre ai suoi visitatori la visione di paesaggi indimenticabili. Oltre alle testimonianze del Primo Conflitto Mondiale, queste montagne sono famose per la ricca presenza di fossili e vengono considerate un vero e proprio Paradiso per i geologi.

 

Nelle azzurre acque del Lago si rispecchiano le cime rocciose che 400 milioni di anni fa costituivano una barriera corallina simile a quelle che attualmente si trovano in Australia o nell’Oceano Indiano. Secondo gli studiosi – cfr. il volume a cura di F. Cucchi, F. Finocchiaro e G. Muscio, Geositi del Friuli Venezia Giulia, edito nel 2010 dall’Università di Trieste e dalla Regione Friuli Venezia Giulia – erano oltre 500 le specie fossili di coralli, stromatopore, trilobiti, gasteropodi, bivalvi e alghe scoperte dal prof. Michele Gortani già nel primo decennio del Novecento. Oggi “non c’è in Europa niente di equivalente”. Il Monte Coglians “merita il riconoscimento di geosito straordinario … più di mille dei suoi attuali quasi tremila metri li deve alla crescita e all’accumulo dei resti corallini”. La bellezza dei luoghi giustificano la storica presenza di due capienti rifugi, posti a breve distanza tra loro, sui due versanti del Passo Volaia: il Wolayersee Hütte e il Rifugio Lambertenghi-Romanin. La località è nel cuore di tutti gli appassionati della montagna e proprio per questo, profondo sconcerto e amarezza ha provocato la notizia dei lavori attualmente in corso. Eravamo abituati a pensare che l’Austria fosse un Paese da prendere a modello per la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Dopo quello che è avvenuto nelle scorse settimane nei pressi del Lago Volaia – un autentico santuario della natura, sul versante nord-occidentale del Monte Coglians, la più alta cima delle Alpi Carniche e della nostra regione – questo giudizio va probabilmente rivisto o, almeno, fortemente ridimensionato.

Lo sostiene Legambiente che ha da poco avviato la sua campagna nazionale dedicata alle Alpi e che, se fosse stato possibile, avrebbe certamente assegnato una “bandiera nera” anche ai responsabili d’Oltralpe di questo intervento. Ecco il fatto che, è il caso di dire, è diventato una vera e propria “pietra dello scandalo”. Tutto ruota attorno al vecchio Eduard Pichl Hütte, il rifugio austriaco situato sulla sponda settentrionale del Lago Volaia, a poco più di cinque minuti di cammino dal valico di confine con l’Italia. Il rifugio era stato ristrutturato ed ampliato nella seconda metà degli anni ’80 e ha cambiato recentemente anche nome, diventando semplicemente Wolayersee Hütte. All’inizio dell’estate sono iniziati inaspettatamente nuovi lavori di ampliamento che prevedono, tra l’altro, la copertura della terrazza panoramica posta proprio all’ingresso del rifugio. Sono state realizzate delle pareti in muratura e una vetrata che ha sensibilmente modificato l’aspetto dell’edificio, rivestito interamente in legno e con le caratteristiche piccole finestre. L’intervento ha lo scopo evidente di ricavare altri posti al coperto per incrementare il servizio bar e ristorante. Già questo sarebbe un aspetto discutibile: per fare più soldi si stravolge l’architettura tipica di uno storico rifugio, trasformandolo in una sorta di bar-ristorante d’alta quota, con vista sul Lago. A questa, che sarebbe comunque una perdita, si aggiungono purtroppo altri danni. Per eseguire i lavori edili l’impresa non ha avuto di meglio che andare a recuperare sabbia e ghiaia sul ghiaione sottostante il Lastrons del Lago (See Warte). Una delle foto che proponiamo mostra la buca creata dallo scavo, in un sito ricchissimo di fossili, a pochi passi da uno dei cartelli illustrativi del Geo Trail. È stata praticamente aperta una cava di inerti poco al di sotto dei 2000 metri di altitudine, in uno degli scenari più celebri delle Alpi Carniche! Come è noto, il versante italiano della montagna è stato riconosciuto come uno dei 19 “geositi di interesse sovranazionale” presenti nel Friuli Venezia Giulia. Secondo gli studiosi, infatti, quella del Monte Coglians è la più imponente scogliera corallina di età paleozoica oggi visibile in Europa. Stupisce, quindi, che in un paese di grande tradizione geologica come l’Austria, possa essere stata autorizzata o tollerata una tale attività. I disastri, però – sottolinea Legambiente – non finiscono qui. Per raggiungere il ghiaione, le ruspe hanno creato una strada che corre sulla riva occidentale del Lago, asportando il sottile strato erboso, ricoperto da fiori e cancellando il vecchio sentiero, percorso ogni anno da migliaia di escursionisti, su cui non aveva mai messo gomma o cingolo alcun mezzo motorizzato o meccanico! Per chi conosce e frequenta da anni la località si tratta di un vero e proprio atto sacrilego, che, almeno per una volta, in Italia non sarebbe stato possibile vedere. Denunciando il caso alla Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi e ad altri organismi, Legambiente si aspetta adesso dei chiarimenti e un intervento deciso per cercare di rimediare ai guasti prodotti. La segnalazione è stata ripresa da alcuni ambientalisti austriaci e adesso pare che un procedimento sia stato avviato dall’Ufficio per la Protezione del Patrimonio Naturale e i Parchi del Land Carinzia.  

Tolmezzo, 5 agosto 2012                                              Circolo Legambiente della Carnia