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Trovare un compromesso alla chiusura totale delle eco-piazzole

ecopiazzola

Comunicato stampa 24 gennaio 2013

 

Sulle isole ecologiche non può essere ignorato l’aspetto economico e della effettiva efficacia; e la proposta del Comune ha una sua ratio. Si trovi un compromesso per tenerne aperta una e investendo parte dei soldi risparmiati in azioni di sensibilizzazione per incrementare la differenziata.

 

Sulla recente ipotesi di sopprimere le isole ecologiche Legambiente fa alcune considerazioni. Se da un lato non si può ignorare che le isole e la loro gestione comportano costi non trascurabili a carico di tutti (~ 400mila euro/anno) è pur vero che sono un incentivo a fare la differenziata; e siamo certi che se quest’ultima è aumentata nel corso del tempo lo dobbiamo anche ai centri di raccolta. Va detto però che effettivamente il numero di tre isole a Gorizia pare esagerato.

Un esempio? Pordenone città di 50mila abitanti non ha isole ecologiche, eppure la percentuale di raccolta differenziata è oltre il 75%. Gorizia è poco sotto il 60% circa ovvero ben al di sotto dell’obiettivo minimo del 65% stabilito per fine 2012 dall’Unione Europea; a conferma che la presenza delle eco-piazzole in un sistema a regime non è elemento che necessariamente porta a migliorare l’efficienza della raccolta, ma che questa dipende anche da altri fattori.

Ciò nonostante, se sono state raccolte oltre 1800 firme a favore delle isole è la testimonianza del fatto che parte della cittadinanza ha capito l’importanza delle differenziata e che trae alcuni vantaggi dal rimborso di fine anno in bolletta; anche se a dirla tutta non si tratta di cifre esaltanti considerando che è necessario mettere in conto tempo e benzina.

Motivo che ci induce a credere possibile un compromesso, che veda ad esempio il mantenimento di una sola isola ecologica urbana un po’ più grande, che per posizione baricentrica faciliti il conferimento dei materiali ordinari; e che sia complementare rispetto al centro di raccolta per ingombranti di via Gregorcic che il Comune sta già potenziando. Oltre all’aspetto economico andrebbe comunque fatto un ragionamento in termini di efficienza della raccolta mediante isole. Quanti le usano? Quant’è la percentuale di rifiuti raccolti con le isole rispetto a quella porta a porta? E la qualità dei rifiuti conferiti è la medesima? Domande alle quali – secondo Legambiente – è necessario rispondere per comprendere bene la situazione e capire come agire.

In ogni caso il fatto che la raccolta differenziata urbana non abbia raggiunto l’obiettivo europeo ci fa anche ragionare sul fatto che sono necessarie politiche costanti di sensibilizzazione e coinvolgimento della cittadinanza. Un’idea potrebbe essere quella di usufruire di parte dei soldi risparmiati con la chiusura di due isole impiegandoli per campagne informative annuali o biennali sulla corretta raccolta di rifiuti rivolte a cittadini, istituzioni e imprese; così come a iniziative didattiche nelle scuole o altro per creare una consapevolezza e cultura ambientale diffusa. Non va dimenticato che altro obiettivo imprescindibile deve essere anche la riduzione della quantità di rifiuti prodotti favorendo magari quelli sfusi/sciolti. Pertanto un confronto con Comune, IRIS/Ambiente NEWCO e con il Comitato contro la chiusura delle eco-piazzole ci sembra utile per poter trovare una soluzione ottimale. Il 30 pv – per impegno precedentemente preso – incontreremo l’Assessore all’Ambiente e parleremo di questo e altri temi ambientali.

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