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Ciclabili a Gorizia: necessari interventi di educazione sui ciclisti, e miglioramento della fruibilità con politiche organiche.

CiclabiliNon si può non negare che siamo ancora carenti di una cultura ciclistica adeguata, forse anche per motivazioni sociali in quanto la bici, il ciclista fino a non poco tempo fa’ era considerato una persona che non aveva le possibilità economiche di acquistare un mezzo a motore, sia una moto o un’auto. Com’è anche vero che fino a poco tempo fa qualsiasi infrastruttura viaria veniva realizzata esclusivamente in funzione dei veicoli a motore, per non dimenticare la carenza di supporto ai ciclisti nelle stazioni ferroviarie e quel poco che viene messo a disposizione di materiale rotabile.

 Questo modo di agire, si è trascinato fino ai giorni nostri e quindi molte sono le lacune da colmare. A riprova del fatto molti comportamenti del ciclista “occasionale” seguono la logica dello svago, paragonabile all’andare a fare “due canestri” o “due calci al pallone” e paradossalmente chi amministra il territorio prende come paradigma tale modo di fare, ovvero che la ciclabile è un luogo di svago.

Se è vero che sono triplicati i metri di piste è anche vero che il valore assoluto resta comunque basso se confrontato con città analoghe a Gorizia, e frequentemente i percorsi sono mal segnalati e di mediocre qualità (cfr passaggi su marciapiedi) con ostacoli continui come le radici di alberi e interruzioni del manto stradale (viale XX Settembre, via V. Veneto, via Brigata Re, etc.) che ne provocano una scarsa utilizzazione.
E’ poi chiaro che la dimensione delle strade e il momento economico non consentono di realizzare ovunque piste ciclabili in sede propria – e non avrebbe nemmeno senso farlo ovunque – ma per aumentare il traffico ciclistico basterebbe imporre ad esempio il limite dei 30 Km/h nelle zone residenziali e nel centro urbano. E’ una scelta, che si sta diffondendo molto rapidamente in molte città europee (si veda www.30kmh.eu), a basso costo, che aumenta la sicurezza, abbatte l’inquinamento e incoraggia scelte di trasporto intelligenti.

Il comportamento di alcuni ciclisti è sicuramente da riprendere, un invito però all’amministrazione a non procedere con le maniere forti, che sarebbe controproducente. Sarebbe anche il caso di stigmatizzare il comportamento di molti, moltissimi, automobilisti soprattutto quando “quelle due righe gialle” che distinguono la ciclabile sono impunemente occupate da veicoli parcheggiati; succede frequentemente ad esempio in Corso Italia o in via Kugy. In ogni caso sulla strada i doveri ed i diritti vanno rispetti da tutti, salvaguardando quelli più deboli come pedoni e ciclisti, cosa peraltro già prevista nel prossimo aggiornamento del Codice della Strada.

La direzione da prendere è quella di considerare il ciclista parte del traffico, esso è anche il traffico, non un’intralcio ad esso. Motivo per il quale risulta fondamentale aggiornare il piano del traffico del 2005 e magari prevedere a fianco anche – vista la sempre maggiore integrazione con Nova Gorica – un piano per la mobilità unico. Inoltre sul lato educativo sicuramente vanno proposte iniziative continuative rivolte ai giovani per imparare ad usare in maniera corretta il velocipede, nelle diverse situazioni magari utilizzando a pieno il circuito di prova ben realizzato dal Comune a Sant’Anna e che pochissimi conoscono.

Di questi ed altri temi abbiamo avuto per altro modo di parlare poco tempo fa con l’Assessore alla mobilità e siamo sicuri che l’Amministrazione inizierà a mettere mano andando ad intervenire sui punti poco sicuri, così come sulle tante piccole cose da migliorare. Ma per farlo servono idee chiare, e un progetto organico; e Legambiente, così come la FIAB, sono a piena disposizione per dare un contributo in tal senso.

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