Memoria sulle problematiche dell’Isonzo e dei rii minori per la Provincia di Gorizia
Il 19 giugno scorso si è tenuta un’audizione sui problemi del fiume Isonzo e del sistema torrentizio presso la IV Commissione del Consiglio provinciale di Gorizia, a cui sono stati invitati rappresetnanti della organizzazioni ambientaliste e del Consorzio di Bonifica della Pianura isontina. Anche se con un po’ di ritardo – causa periodo estivo – Legambiente ha inoltrato al Consiglio provinciale una memoria (in allegato) in cui sono state evidenziate le posizioni dell’associazione sui vari problemi. Posizioni in realtà già note da anni.
Legambiente presente con rappresentanti dei circoli di Gorizia e Monfalcone ha espresso apprezzamento per l’iniziativa e ha in seguito esposto lo stato delle cose, soprattutto rispetto all’annoso problema della gestione delle portate d’acqua rilasciate dalla Slovenia e delle soluzioni fin qui proposte che prevedono la realizzazione di nuovi manufatti (digha e sbarramenti vari) ai quali Legambiente con altre organizzazioni si oppone.
E’ stato ricordato che negli ultimissimi anni vi sono stati diversi progetti di cooperazione internazionale fra Italia e Slovenia con oggetto il bacino del nostro fiume ma che ai fatti i problemi storici permangono, e che una loro soluzione può derivare solo dall’effettiva applicazione della Direttiva quadro sulle aque (2000/60/CE) che prevede un coordinamento (se non una gestione congiunta) dei bacini internazionali e facendo così dunque che la Slovenia rilasci i quantitiativi d’acqua in maniera regolare. Si è inoltre ricordando che il Trattato di Osimo non prevede affatto sbarramenti in Italia diversamente da quanto taluni affermano.
Inoltre il tema del cambiamento climatico impone un ragionamento profondo sull’uso dell’acqua in italia che ha scopi sia agricoli che di produzione di energia elettrica. In particolare in ambito agricolo è fondamentale efficientare i sistemi d’irrigazione impiegati in campo aperto e modificare le tecniche agronomiche invitando anche a ragionare per il futuro sull’uso del mais, che è specie altamente idroesigente di origine tropicale.
Quanto a torrenti e rii minori si è invece chiesto di prestare massima attenzione ai tanti, piccoli e grandi interventi di sistemazione idraulica, che vengono svolti spesso su questi corsi d’acqua in pieno disinteresse per la conservazione degli habitat; come l’uso intensivo di massi calcarei ove questo materiale non esiste o uso di tecniche invasive. Ricordiamo infati che in molti di questi piccoli rii vivono specie come il gambero di fiume ed altre specie che rischiano così la scoparsa, oltre all’evidente danno visivo.