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Tante caserme da recuperare nell’Isontino

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Ampia partecipazione al convegno di Legambiente “La Fortezza FVG” dedicato alle aree militari dismesse tenutasi venerdì presso la Fondazione CARIGO. Hanno aperto l’incontro Roberto Collini, Vicepresidente CARIGO, e Luca Cadez, Presidente di Legambiente Gorizia. Nella prima relazione l’architetto Moreno Baccichet, di Legambiente, si è concentrato ad illustrare la situazione storica e le motivazioni che hanno portato alla costituzione durante la Guerra fredda di un sistema difensivo particolarmente complesso, e profondo che coinvolgeva Friuli ma anche il Veneto, e che mediante un insieme di casermette, postazioni, polveriere, e basi missilistiche, in caso di aggressione da parte del blocco sovietico avrebbe dovuto garantire una prima barriera consentendo la riorganizzazione delle truppe più in profondità nel territorio.

 

Di sicuro impatto emotivo l’accenno ai “forni” per le mine atomiche che avrebbero consentito di fare tabula rasa di vastissime superfici lungo il confine, al fine di annientare le colonne corazzate nemiche. Uno scenario apocalittico che per fortuna non si è mai concretizzato ma che ha lasciato comunque segni tangibili sul territorio. Si stima che nella nostra regione vi siano almeno 100 chilometri quadrati di installazioni militari, molte delle quali nella nostra provincia e che il demanio militare sta via via decomissionando lasciando però forti interrogativi su come riutilizzarle.

 

Successivamente l’architetto Giovanni Vragnaz dello studio Mod.Land ha ricordato che secondo una stima le superfici delle sole caserme della nostra regione potrebbero soddisfare la domanda abitativa dei prossimi 20 anni, senza quindi utilizzare un solo metro quadrato di superficie agricola, e impedendo nuovo consumo di suolo. L’architetto ha poi illustrato ipotesi e potenzialità del recupero di questi siti, soffermandosi su alcuni casi studio della Provincia sviluppati anche presso l’Università di Trieste, come la caserma di San Lorenzo. La situazione è però molto difficile, infatti non solo sono difficoltosi i passaggi burocratici per la cessione agli Enti locali delle caserme, ma le condizioni economiche rendono complicato pensare a progetti di rigenerazione urbana.

Con questo convegno Legambiente ha voluto riaprire un dibattito sulle tante caserme abbandonate della nostra città, la Del Fante di via Duca d’Aosta di almeno 13 ettari di superficie, e la Pecorari di Lucinico di 5,6 ettari. Secondo Legambiente è quanto mai necessario pensare urgentemente al futuro di questi spazi, ipotizzando al come riassorbirli nel tessuto edilizio e a che strumenti finanziari utilizzare e confidando quindi in un attivazione da parte del Comune di Gorizia così come della Facoltà di Architettura presente in città.

Ha partecipato telefonicamente con un breve intervento anche l’On. Giorgio Zanin che era stato trattenuto a Roma per motivi istituzionali.

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