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Marcia pro acque e contro spreco di denaro pubblico

Canale CipafUna marcia a difesa delle nostre acque e contro lo sperpero di denaro pubblico.

Si svolgerà in bicicletta sabato 18 aprile con partenza dal Municipio di Osoppo alle ore 10.00 per arrivare al canale di deflusso delle acque di depurazione del depuratore del Cipaf.

Motivo dell’iniziativa: considerata l’impossibilità dell’annullamento dell’appalto, ottenere una variante al progetto di impermeabilizzazione che dia spazio e importanza alla fitodepurazione, meglio inseribile nell’ambiente naturale e idoneo a risolvere eventuali problemi di inquinamento ambientale. In questo modo anche la spesa potrebbe trovare, almeno in piccola parte, una certa qual giustificazione.

Il Circolo Legambiente della Pedemontana Gemonese si è espresso più volte in passato contro l’impermeabilizzazione del canale, quale completamento del tratto già cementificato sino alla confluenza del Rio Molino. Nessuna risposa al riguardo è pervenuta dagli organi competenti, che potesse giustificare la necessità o bontà dei lavori, tranne una nota dell’Assessore Provinciale, che oltre all’esaltazione della professionalità dei suoi addetti all’esternazione di un forte risentimento per le osservazioni inviate, non entrava nel vero merito della questione posta.

La mancanza di comunicazioni giustificative presuppone, di conseguenza, l’assenza di motivazioni e l’avvio dei lavori pare assumere il significato quasi di una soluzione emergenziale, sostitutiva di una più ampia progettualità, che potesse affrontare il problema più complesso dei reflui indusrtiali, urbani e meteorici.

Si osserva come in determinati casi la stessa LN 152/06 consenta di evitare lo scarico, così come prospettato, a fronte di benefici ambientali conseguibili, in assenza di inquinamento e quando vi sia un’elevata onerosità finanziaria, quale appunto è il caso in esame.

Vi è rammarico che questa soluzione non sia stata al momento della progettazione, anni 2008/10, presa in seria considerazione; avrebbe evitato un grave danno ambientale e anche un salutare risparmio di pubblico denaro.

Siamo di fronte ad una grande e grosso paradosso: una spesa, pari a un milione e 300 mila €, per provocare solo danni, non considerando il fatto che l’emissario del depuratore, che in ogni caso deve essere libero da inquinanti, potrebbe trovare nella fitodepurazione, nella presenza di un adeguato sistema vegetale un mezzo gratuito di disinquinamento. Invece si continua nello sperpero di pubblico denaro, quasi che la cassa comune, la cassa di tutti i cittadini, fosse la gallina dalle uova d’oro solo. Fermiamo lo spreco di pubbliche risorse e dirottiamo questi finanziamenti là dove sono utili, ad esempio riparando i danni del diffuso dissesto idrogeologico.

Di fronte tuttavia all’avvenuta consegna dei lavori, non si può fare altro che auspicare, da parte del Cipaf, la redazione di una variante, che dia adeguato spazio ed importanza alle opere di fitodepurazione, sostitutive almeno in parte, della posa dei pannelli impermeabilizzanti. Con la presenza di aree fitodepurative si attenua significativamente l’impatto ambientale, tenendo conto che il territorio è anche Sito di importanza comunitaria ed area tutelata come prato stabile, e, nello stesso tempo, nel caso di un malaugurato cattivo funzionamento del principale si ha un’area di riserva depurativa, cosa non ottenibile con la semplice impermeabilizzazione.

Sicuramente gli enti regionali preposti alla tutela del territorio, l’ARPA in primo luogo che conosce bene la situazione, potranno dare il loro contributo tecnico.

La proposta è stata inviata (in allegato) al Cipaf e si confida nella sensibilità del CdA di un positivo accoglimento.

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