NO definitivo a Zamparini
Monfalcone, 16 giugno 2015
Legambiente: No definitivo a Zamparini è una buona notizia. Adesso fermare il progetto hotel Adria sarebbe un atto di buon senso
La recente presa d’atto del Consiglio comunale di Grado dell’abbandono del progetto di Zamparini “Valle Cavarera” è una bella notizia e mette finalmente la parola fine su una vicenda gestita da anni in modo pessimo dalla politica locale. Dopo due anni dalle dichiarazioni dell’imprenditore di voler abbandonare il progetto e lasciare Grado, si crea l’opportunità non più rinviabile di mettere in regime di salvaguardia il Piano regolatore e cominciare a individuare i nuovi indirizzi che dovranno disegnare lo scenario urbanistico di Grado per i prossimi anni, abbandonando la filosofia del cemento e guardando ad uno sviluppo turistico ecosostenibile.
Come da sempre sostenuto da Legambiente, viene preso atto che non esistono diritti edificatori acquisiti con il solo possesso delle aree e la pietra tombale sulla “Città di Zamparini” deve essere vista dai gradesi come una sorta di possibile rinascita culturale.
Ora tuttavia urge sventare un’altra grave minaccia sulla comunità gradese, l’autorizzazione per l’edificazione dell’Hotel Adria.
E’ utile ricordare che la costruzione in questione sorgerebbe a poche decine di metri dalla basilica millenaria di Sant’Eufemia, che da diverse angolazioni sarebbe occultata da questo mostro di oltre trenta metri. Anche in questo caso l’approvazione di un piano attuativo non è un atto dovuto! Pur se conforme al Piano regolatore, costituisce sempre espressione di potere discrezionale dell’autorità chiamata a valutare l’opportunità di dare attuazione alle previsioni dello strumento urbanistico generale, essendovi fra quest’ultimo e gli strumenti attuativi un rapporto di necessaria compatibilità, ma non di formale coincidenza (Consiglio di Stato, sez. IV, 2 marzo 2001 n.1181, id., sez. IV, 2 marzo 2004 n.957; id., 29 gennaio 2008 n.248).
Legambiente quindi, sostiene la piena legittimità del Consiglio comunale di respingere il progetto così come è stato presentato, stabilendo le opportune prescrizioni volte alla mitigazione dell’impatto paesaggistico, che si può ottenere solo con la riduzione dell’altezza dell’edificio.
Pare doveroso ricordare ai consiglieri comunali il contenuto dell’art.734 del codice penale Distruzione e deturpamento di bellezze naturali “Chiunque, distrugge o altera, mediante costruzioni, demolizioni o in qualsiasi altro modo, le bellezze naturali dei luoghi sottoposti alla speciale protezione dell’autorità, è punito con l’ammenda.”
Un invito quindi ai consiglieri comunali di Grado di approfondire bene il progetto senza accettare condizionamenti su quanto viene loro sottoposto a votazione, perché autorizzare l’hotel Adria a ridosso di un sito delicato come il centro storico di Grado solleva un’evidente conflitto con le norme che tutelano il paesaggio e, in questo caso particolare, sarebbero uno sfregio all’identità storica e culturale della città.
Legambiente circolo “Green Gang”