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Dal Consiglio regionale il regalo di Natale ai produttori idroelettrici

Sfruttamento energetico bacini montanicomunicato stampa del 16/12/2015 IL REGALO DI NATALE DEL CONSIGLIO REGIONALE AI PRODUTTORI IDROELETTRICI

Mercoledì 16 dicembre il Consiglio regionale ha discusso e approvato in aula l’abrogazione del comma 3 dell’art 43, LR 11/2015 che vietava il rilascio di concessioni idroelettriche nei piccoli bacini montani (4 consiglieri regionali hanno proposto l’abrogazione che è stata approvato, con solo voto contrario di Movimento 5 Stelle e SEL astenuta).

Questi sono i più delicati terminali idraulici del nostro sistema territoriale e, come da indicazioni europee e nazionali, devono essere preservati dallo sfruttamento idroelettrico.

La norma citata vieta tale sfruttamento, ma, inopinatamente, 4 consiglieri hanno presentato alla discussione del Consiglio un emendamento abrogativo con ciò facendo un regalo natalizio (ma anche di auspicio di un buon 2016) ai produttori idroelettrici. L’approvazione di tale emendamento abrogativo è un grave passo indietro nell’azione di tutela dei piccoli bacini idrografici che meritoriamente Codesta Amministrazione aveva intrapreso, ma che ora annulla. Non si capisce quale sia la logica che ha indotto il Consiglio a tale proposta, se non quella di assecondare le richieste in tal senso dei produttori idroelettrici.

E’ a tutti Voi noto che l’utilizzo a fini idroelettrici anche dei piccoli bacini non è in linea con le Direttive europee, né con quelle del Piano di gestione delle acque del Magistrato alle Acque, né con la necessità di implementare la produzione idroelettrica regionale (la produzione elettrica che ne deriverebbe produrrebbe un incremento della produzione idroelettrica regionale pari a 0,0X % a fronte di un grave danno ambientale).

Legambiente FVG ha inviato l’allegata lettera per chiedere il mantenimento della norma in oggetto, ma è rimasta inascoltata. Lr 11/2015 – Art. 43 – Istanza di concessione [OMISSIS] 3. Nelle more dell’entrata in vigore del Piano regionale di tutela delle acque, sui corsi d’acqua che sottendono un bacino idrografico di estensione inferiore a 10 chilometri quadrati, o ricadenti, anche parzialmente, in aree definite SIC o in aree naturali protette, sono consentite unicamente le concessioni di derivazione d’acqua a uso di rifugi, di malghe e di abitazioni isolate non servite dalle reti pubbliche di approvvigionamento idropotabile ed elettrico.

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