Adesione alla manifestazione di protesta contro l’impianto a caldo della ferriera del 22 maggio 2016
Il circolo di Legambiente di Trieste aderisce alla manifestazione del 22 maggio 2016 e a sostegno di tale scelta vengono indicate le motivazioni che derivano dalla valutazione dei problemi legati a questa attività industriale, importante per l’economia della città, ma che ha suscitato costanti preoccupazioni per gli impatti prodotti (ambiente salute).
Le soluzioni programmate e in parte già adottate dalla nuova proprietà per abbattere le emissioni e le prescrizioni contenute nel rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale ci sembrano inadeguate. Ci preoccupano i recenti dati dei controlli ARPA (inquinamento delle aree verdi e dati IPA). Per tali motivi Legambiente ritiene necessaria una riflessione globale circa la sostenibilità dell’impianto a caldo. Trattandosi di una scelta che comporta conseguenze non trascurabili per l’economia e la salute dell’intera comunità, Legambiente ritiene che tutte le espressioni e
gli interessi che la caratterizzano debbano essere rappresentati nel dibattito. Inoltre Legambiente chiede a tutti i candidati dei partiti e delle formazioni impegnate nella prossima tornata elettorale di raccogliere tale invito mettendo in atto tutte le soluzioni atte a risolvere le problematiche connesse all’impianto a caldo della ferriera, ivi compresa la sua possibile chiusura.
Legambiente esprime la sua contrarietà a:
politiche gestionali basate su logiche reattive (si interviene solo quando emergono i problemi, trascurando invece soluzioni proattive
(conoscenza dei problemi e interventi atti a evitarli)
piani di controllo parziali e male impostati. Dove sono i modelli di dispersione degli inquinanti, come sono stati utilizzati e quale peso ha avuto la valutazione dei venti dominanti nella collocazione delle centraline e dei punti di campionamento? Qual’è il livello di completezza delle informazioni restituite? Dati della qualità dell’aria non associati a quelli meteorologici non hanno molto senso ai fini della caratterizzazione ambientale complessiva
atteggiamenti politici che, anziché proporre soluzioni nell’interesse generale della comunità, cavalcano le emergenze ambientali o occupazionali per interessi elettoralistici. Molti od alcuni di quelli che chiedono di chiudere l’impianto oggi hanno tranquillamente amministrato ieri senza far niente. Questo atteggiamento, se perdurasse, lascia poche speranze alla possibilità di risolvere i problemi. Si poteva assegnare qualche credito a chi indicava soluzioni per le emergenze legate all’inquinamento delle aree verdi, ma il silenzio è stato totale ed è totale
assunzione di operai e maestranze nel nuovo impianto a freddo prima che sia chiarito il destino di quello a caldo, per impedire che il ricatto occupazionale si affermi ulteriormente e non consenta un chiarimento definitivo
Legambiente esprime solidarietà
agli abitanti di Servola per le polveri nere che ossessionano la loro esistenza, mai prese in seria considerazione ai fini dell’adozione di
provvedimenti risolutivi
verso tutti i servolani costretti a barricarsi in casa, sempre alla ricerca di soluzioni atte ad evitare la penetrazione in casa di rumori, polveri e miasmi vari emessi dall’impianto a caldo
Legambiente si batterà
per restituire ai bambini e a tutti i cittadini il diritto al tempo libero e a spazi verdi sicuri e non inquinati
per uno sviluppo economico e occupazionale che assicuri benessere per le generazioni attuali salvaguardando quelle future
per favorire l’individuazione e l’adozione di soluzioni occupazionali sostenibili per la città (ambiente e salute) e quindi con un bilancio costi-benefici positivo
per promuovere una gestione partecipata di tutte le problematiche connesse all’impianto a caldo della ferriera – partecipare nel senso di poter scegliere. L’ampiezza e la gravità dei problemi comporta la creazione di una sede di ascolto della comunità rappresentata dalle sue principali componenti (associazioni ambientali, componenti economiche, politiche e sindacali)
per accelerare la discussione sulle soluzioni da adottare per la bonifica delle aree verdi inquinate da benzo(a)pirene, estendendo le analisi ad un contesto territoriale più ampio (aree coinvolte dai venti dominanti e identificate dai modelli di dispersione). Chiarire o individuare le sorgenti di emissione è importante, ma non esclude l’urgenza della bonifica
per la valutazione dei rischi ambientali connessi a fenomeni di accumulo degli inquinanti, soprattutto quelli connessi a fenomeni di deposizione delle polveri. Il rispetto dei valori limite delle emissioni non evita che si verifichino fenomeni di accumulazione e trasferimento ad altri comparti, pericolosi per l’ambiente e per la salute umana
per la considerazione dell’ambiente marino come matrice di dispersione ulteriore delle sostanze emesse dall’impianto, in quanto in grado di
evidenziare fenomeni di bioaccumulo e trasferimento ad altri anelli della catena alimentare fino all’uomo.