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Dalla COP21 di Parigi alla COP22 di Marrakech

Dalla COP21 di Parigi alla COP22 di Marrakech: Modelli climatici. Strategie di adattamento. Piano strategico regionale.
Incontro pubblico venerdì 2 dicembre, ore 17.00 – Circolo della stampa di Trieste – Corso Italia 13

Organizzato da:
LEGAMBIENTE
Konrad naturalmente liberi, mensile d’informazione critica
Circolo della stampa di Trieste

Presenta e modera
Andrea Wehrenfennig – Legambiente FVG, Presidente del circolo di Trieste
Interviene
Simonetta Lorigliola – direttrice di Konrad
Introduce
Lino Santoro – Legambiente FVG, collaboratore di Konrad
Relazioni di
Maria Maranò – Legambiente Italia, responsabile per l’associazione in Coalizione Clima
Filippo Giorgi – Esperto internazionale nella modellizzazione climatica e nella ricerca sul cambiamento climatico a capo della sezione di Fisica del sistema terrestre dell’ICTP ( The Abdus
Salam Internazional Center for Theoretical Physics)
Sandro Cargnelutti – Presidente di Legambiente FVG

La XXI Conferenza delle Parti (COP 21) del dicembre 2015 si è conclusa con l’Accordo di Parigi, entrato in vigore il 4 novembre. Dal 4 al 18 novembre si è svolta la COP 22 a Marrakech. Sarà, quindi, interessante analizzare le conclusioni della COP22 per capire quale futuro ci aspetta.
Il rapporto del National Oceanograpihc and Atmosferic Administration e della National Aeronautics and Space Administration e, a livello locale, la pubblicazione Gli indicatori del Clima in Italia nel 2015 dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) descrivono il 2015 come l’anno più caldo di sempre.
Gli scenari che i modelli numerici del clima sono in grado di calcolare, indicano importanti incrementi delle temperature medie stagionali che nell’ultimo secolo sono aumentate di circa 0,8 gradi, ma in Italia addirittura di 2,8 gradi in estate. La temperatura degli oceani è aumentata fino alla profondità di 3.000 metri provocando un innalzamento, negli ultimi 50 anni, di 2mm/anno del livello medio marino. Dal 1970 sono quintuplicate le emissioni di CO2 da fonti fossili. Con il trend attuale il quinto rapporto dell’IPCC [Intergovernamental Panel on Climate Change], uscito nel 2014, prevede entro il 2100 un aumento della temperatura media globale da 2,3 a 4,1 gradi.
In questi ultimi anni non è più solo la mitigazione ad assumere un ruolo strategico, che è il tema che da Kyoto ha dominato il panorama geopolitico. Ma, poiché gli effetti del global warming sono ormai inarrestabili diventa improrogabile pianificare interventi d’adattamento, cioè anticipare gli effetti avversi del cambiamento climatico e agire per prevenire o minimizzare il danno sui territori in modo che le conseguenze degli impatti risultino controllabili.
Nel corso di questi anni sono stati prodotti numerosi studi e documenti sulle Strategie di adattamento ai cambiamenti climatici. Oltre al libro verde del 2007, al libro bianco del 2009 l’Unione europea ha pubblicato nel 2013 la Strategia Europea di adattamento. L’ISPRA nel 2007 aveva pubblicato in collaborazione con il Centro Europeo per i Cambiamenti Climatici (CMCC) La valutazione  economica degli impatti dei cambiamenti climatici e le relative misure di adattamento.

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