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Paesaggio pordenonese: tra monocoltura,distruzione di habitat e consumo di suolo

Legambiente Pordenone in occasione del trentennale della fondazione ha operato una riflessione sullo stato del paesaggio e dell’ambiente del territorio provinciale, oggetto da sempre di continua attenzione e riscoperta da parte dell’associazione. Gli elementi di maggior preoccupazione che sono emersi derivano dal progressivo consumo di suolo, ma anche dalla depauperazione degli elementi di forza del paesaggio agrario: la banalizzazione delle monocolture (la più recente il prosecco), la distruzione degli habitat ripariali e dei corsi d’acqua e delle rogge, l’alterazione dei percorsi campestri e in generale la perdita di connessioni ecologiche e della biodiversità dell’ambiente rurale.

Due esempi per tutti che esprimono forte preoccupazione sono costituiti, in termini di consumo di suolo, dalla recente approvazione di una lottizzazione in località Fontanasso di San Vito al Tagliamento, un’area di delicato equilibrio idrogeologico e di valenza paesaggistico-ambientale (ulteriore esempio è anche l’allevamento avicolo in località Torricella sul quale ci siamo già espressi) e, in termini di habitat di corsi d’acqua, da un intervento di cosiddetta manutenzione idraulica sulla roggia dei Molini, in Comune di Valvasone Arzene, che per la parte rurale ha comportato una vera e propria distruzione dell’ecosistema della roggia.
Questo nonostante esistano esempi virtuosi di buone pratiche di interventi di riqualificazione fluviale, anche della rete idrografica minore, non solo a livello nazionale ma anche nel vicino Veneto.
Sul fronte del consumo di suolo Legambiente, assieme ad altre 400 associazioni, ha promosso una raccolta firme per una petizione che riconosca il suolo patrimonio comune (si può firmare sul sito www.salvailsuolo.it). Ricordiamo che il suolo oltre a fornire l’approvvigionamento alimentare e le biomasse, garantisce un gran numero di servizi ecosistemici essenziali per la vita, fra cui il sequestro di carbonio, la regolazione dei flussi idrici, la limitazione alla propagazione di sostanze inquinanti nelle falde sotterranee. Senza contare le funzioni che consentono il mantenimento del paesaggio e della biodiversità.
Ma tutte queste nostre preoccupazioni non derivano da una visione ideale. Sono in gioco oltre che le questioni ambientali (perdita di biodiversità, lotta ai cambiamenti climatici) anche valori economici che derivano dalla risorsa turistica, voce in crescita del prodotto interno lordo, che coinvolgerà sempre più anche il nostro paesaggio agrario, veramente a km 0.

 Comunicato stampa, 11 aprile 2017

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