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Le osservazioni di Legambiente alla centrale a metano

Le osservazioni di Legambiente alla centrale a metano

metanoLegambiente grazie al lavoro volontario dei suoi tecnici ha presentato le sue osservazioni alla procedura di verifica di assoggettabilità (screening) alla valutazione di impatto ambientale della centrale a metano prospettata a Gorizia in zona industriale. Per i non esperti lo screening ha come scopo quello di valutare se un progetto debba essere oggetto di una indagine di compatibilità ambientale più dettagliata.

Legambiente ha rilevato in particolare la mancanza di un’analisi della valenza energetica all’interno della politica energetica regionale definita dal Piano Energetico Regionale; così come viene appena citata la nuova Strategia Energetica Nazionale. In particolare il proponente pare non considerare che in Italia siamo in presenza di un esubero di capacità di generazione di migliaia di MegaWatt, in particolare tramite centrali turbogas a ciclo combinato, come la recente centrale a metano di Torviscosa (da 800 MWe). A parte questo, Legambiente ha evidenziato criticità nella valutazione delle emissioni in aria. Rileva innanzitutto l’assenza di una valutazione cumulativa in considerazione delle altre centrali termoelettriche esistenti in zona. Infatti la combustione del metano pur essendo tra le più “pulite” comporta comunque la produzione di ossidi di azoto, precursori dell’ozono inquinante che localmente crea periodicamente dei problemi. Inoltre il gas naturale proprio per le caratteristiche della sua combustione genera anche emissioni di particolato fine (PM10) e ultra fine (PM2.5) che nello studio preliminare non sono state prese in considerazione. La valutazione svolta dal proponente per altro si ferma sul confine di stato come se oltre ci fosse il nulla.  Si ritiene inoltre necessaria una migliore valutazione sul piano della rumorosità in relazione alle abitazioni che sorgono a circa 500 metri dall’impianto, per altro il Comune non si è ancora dotato del piano zonizzazione acustica, un atto tecnico con il quale non solo si fissano i limiti per le sorgenti sonore esistenti, ma si pianificano gli obiettivi ambientali di un’area.  Altro aspetto è lo “spreco energetico” ovvero che la centrale rilascia in aria (sotto forma di vapore e gas di scarico) circa il 50% dell’energia ad una temperatura di circa 360°, che invece potrebbe essere riutilizzata per esigenze minori. Ad esempio una rete di teleriscaldamento lungo via San Michele consentirebbe di riscaldare a bassissimo costo molti edifici pubblici fra cui la piscina comunale, Palabrumatti, ospedale civile, quartiere fieristico e altre strutture, dando un vantaggio ambientale ed economico per la collettività.  Per questi motivi Legambiente ritiene necessario sottoporre il progetto a valutazione di impatto ambientale. Questa procedura prevede oltre alla produzione di uno studio molto dettagliato anche una nuova fase di osservazioni da parte dei portatori d’interesse.  

Documenti e osservazioni al progetto sono visibili sul sito del Ministero dell’Ambiente https://goo.gl/r743GF

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