Cellina: anche l’ultima goccia
Se piove tanto fermatela ma non fatecela mancare quando ci serve per irrigare i campi e produrre energia o per i nostri consumi domestici, ma pulita e priva di atrazina. In compenso vi lasciamo i danni, un territorio devastato dal punto di vista ambientale e paesaggistico, un fiume secco e soggetto a continue erosioni.
Questo devono aver pensato il sindaco di Pordenone e Hydrogea che stanno progettando di prelevare l’ultimo zampillo d’acqua che dalla diga di Ravedis viene restituito al fiume Cellina in prossimità del nuovo ponte.
Una diga, quella di Ravedis, inaugurata in pompa magna nel maggio del 2014 e che ad oggi (dopo oltre trent’anni dall’inizio dei lavori) svolge una funzione di accumulo molto ridotta visto che, per alcuni problemi agli organi di manovra delle paratoie che si spera entro breve siano risolti, la quota autorizzata del lago è di 318 mt. s.l.m. (salvo casi eccezionali come quelli alluvionali) mentre la quota di massimo invaso è di 341 mt. (la differenza corrisponde a circa 13 milioni di metri cubi d’acqua).
Inoltre non è stata ancora eseguita la prova di svaso rapido che ci preoccupa molto visto lo stato di degrado dei repellenti e del greto in generale a valle.
Una diga progettata e realizzata in mancanza di qualsiasi norma per la salvaguardia della vita del fiume e delle risorgive a valle, impermeabile a ogni deflusso. Se l’opera venisse costruita oggi dovrebbe rispettare le norme del Piano Regionale di Tutela delle Acque che obbliga al rilascio del Minimo Deflusso Vitale. Il MDV rappresenta la portata minima che deve essere rilasciata a valle della presa per garantire la qualità dell’acqua, le caratteristiche idromorfologiche, la salvaguardia della fauna legata al fiume e il paesaggio.
Applicando la formula prevista dal Piano al bacino di Ravedis il Minimo Deflusso Vitale dovrebbe essere di oltre 2 mc/sec.
L’acqua che viene attualmente restituita al fiume ha una portata variabile, dipendente dal livello del lago, tra 100 e 200 lit/sec e proviene dalle infiltrazioni sulla diga. Il rilascio è stato deciso solo dopo aver verificato che i costi per il suo riutilizzo mediante pompaggio erano insostenibili.
La quantità rilasciata è indubbiamente poca rispetto a quella che sarebbe necessaria per la vita del fiume però la presenza continua d’acqua in un lungo tratto del greto ha creato un microhabitat eccezionale dal punto di vista naturalistico con la presenza di numerose piante acquatiche e specie d’uccelli.
Inoltre il nuovo Piano Regionale di Tutela delle Acque, approvato definitivamente con DPRG
n.74 del 20 marzo 2018, stabilisce al punto 2 dell’art.35 delle Norme di Attuazione che “Ai fini del riequilibrio del bilancio idrico e della ricarica dell’Alta Pianura in destra Tagliamento dovranno essere rilasciati dall’invaso di Ravedis e dallo sbarramento di Ponte Maraldi rispettivamente 2,1 mc/s e 0.6 mc/s d’acqua…..”
Quindi prima del rilascio di qualsiasi autorizzazione di prelievo devono essere rispettati gli obblighi del Piano. Diffidiamo chiunque (Regione, Autorità di Bacino, Consorzio di Bonifica, Hydrogea e chiunque altro) ad agire diversamente.