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Uno sciocco pregiudizio razzista, estraneo alla cultura e alla civiltà della montagna

Uno sciocco pregiudizio razzista, estraneo alla cultura e alla civiltà della montagna

DSC 2560Ho appreso, leggendo lo scorso 22 marzo l’articolo “Gli studenti incontrano i migranti: è polemica”, che alcune classi dell’Istituto Bachmann di Tarvisio si recheranno, accompagnate dai loro insegnanti, per un’uscita didattica alla ex Caserma Meloni dove dialogheranno con i richiedenti asilo ivi ospitati.

La notizia veniva commentata pesantemente, sempre sulle pagine di questo giornale, da Stefano Mazzolini, Vicepresidente del Consiglio Regionale il quale, ritenendo che l’iniziativa abbia una chiara connotazione “politica partitica di sinistra” e temendo che gli studenti possano essere “adoperati” per “fini che non sono di insegnamento”, annunciava addirittura una interrogazione al Ministero. Mazzolini, commentando il fatto che nell’occasione della visita ci sarebbe stato anche uno scambio con assaggio di specialità gastronomiche, non trascurava poi di lanciare offensive insinuazioni circa la qualità e salubrità dei cibi che i richiedenti asilo annunciavano di voler preparare.

L’altro giorno, tornando nuovamente sull’argomento, l’esponente politico tarvisiano ha rincarato la dose, parlando di “propaganda” e di “vergognosa strumentalizzazione di giovani studenti per perorare la causa buonista”.

Vorrei tranquillizzare innanzitutto l’esponente della Lega sugli aspetti alimentari. Ho avuto modo di assaggiare personalmente, lo scorso 4 ottobre, i piatti etnici che i richiedenti asilo pakistani avevano proposto in occasione della festa organizzata alla ex Caserma Meloni, “per conoscere e farsi conoscere” dalla comunità che li ospita. A distanza di mesi, non solo non ho accusato alcun disturbo o malessere, ma posso dire che alcune preparazioni erano veramente squisite. A “disturbarmi”, invece, è che un nostro rappresentante, anziché salutare con favore ogni forma di conoscenza e di dialogo tra le persone, preoccuparsi per le condizioni in cui vivono questi ospiti e per la qualità dei pasti che vengono loro consegnati e proporre forme e attività per integrarli, interferisca con l’autonoma attività didattica di un istituto scolastico.

Può darsi che Mazzolini abbia avuto qualche deficit in questo campo, ma ogni comune cittadino della nostra montagna, mediamente istruito, dovrebbe sapere che da sempre, per vivere in un territorio difficile come il nostro, sono fondamentali la solidarietà e l’aiuto reciproco. Non è un caso che alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento si siano costituite nei centri più piccoli e marginali della montagna le prime latterie sociali e le cooperative di consumo e produzione. Chi frequenta anche solo occasionalmente per turismo le Alpi, poi, sa che in un rifugio di montagna non si viene mai respinti.

Qualunque sia il numero delle persone già accolte, nessuno viene lasciato fuori: a tutti si dà un riparo. E’ la stessa regola di aiuto nei confronti di chi è in difficoltà che vale in mare e che viene giustamente applicata nei confronti di chi, oggi, rischia la vita per sfuggire ad una drammatica realtà. Ci siamo dimenticati forse che tra il 1951 ed il 1961, nella sola Carnia, ci furono quasi 27.000 persone interessate dai fenomeni migratori, diretti soprattutto verso l’estero? Undicimila erano emigranti stagionali, circa sedicimila quelli che se ne andarono definitivamente.

Dopo lo sciopero generale del 1967 i nostri politici si impegnarono – e in parte ci riuscirono, con la nascita ad esempio della zona industriale tra Villa Santina e Moggio Udinese e l’istituzione delle Comunità Montane – a dare una risposta a quelle problematiche, creando posti di lavoro in loco. E’ triste e nello stesso tempo stupefacente, che oggi, in una situazione completamente diversa, in cui lo spopolamento non è una conseguenza diretta dell’emigrazione ma è dovuto all’invecchiamento della popolazione e al numero dei morti che è in modo sempre più netto superiore a quello dei nuovi nati, ci siano dei “politici” che fondano la loro carriera sulla paura per l’arrivo di qualche decina di poveri rifugiati ed il rischio di chissà quale contagio.

Contrariamente a quello che pensa l’Amministrazione Comunale di Tarvisio, noi riteniamo che la presenza di queste persone possa anche essere di aiuto alle nostre comunità e crediamo che possano venire coinvolte, ad esempio, in attività di volontariato o in piccoli lavori di manutenzione. Un fatto concreto è quanto accaduto lo scorso 19 ottobre, con l’organizzazione della giornata ecologica denominata “Oggi raccolgo io”, che abbiamo effettuato all’interno della campagna “Puliamo il Mondo”.

Grazie all’impegno di una dozzina di richiedenti asilo abbiamo raccolto vari rifiuti abbandonati lungo gli itinerari attorno agli splendidi Laghi di Fusine, compresi millecento e ottanta mozziconi di sigaretta rinvenuti sulle rive del Lago Superiore, nell’area in cui la scorsa estate si era svolto un “evento” promosso da Turismo FVG. E’ possibile che molti di quei turisti incivili, responsabili dello “scempio”, siano stati graditi ospiti delle strutture ricettive del Tarvisiano. Mazzolini dovrebbe riflettere e interrogarsi anche su questo e ringraziare i rifugiati della Caserma Meloni di Coccau, per l’opera di pulizia prestata a favore dell’intera comunità, invece di offenderli.

Tolmezzo, 29 marzo 2019

Marco Lepre – presidente circolo Legambiente della Carnia-Val Canale-Canal del Ferro

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