Tagliamento: fiume a statuto speciale
Legambiente aderisce sicuramente alla proposta di dare uno status speciale di protezione a questo importante ecosistema e corridoio ecologico. Guardiamo con grande interesse le tante adesioni dei cittadini a tali proposte e l’importanza che ha assunto a livello internazionale un ecosistema unico quale quello del Tagliamento.
Nella pedalata ecologica organizzata lo scorso anno lungo la ciclovia del Tagliamento con gli amici della bicicletta FIAB FVG, abbiamo proposto a tutti i Sindaci rivieraschi l’attivazione di un “Contratto di Fiume” per promuovere il dialogo e, in particolare, un “luogo” dove possano esprimersi tutti gli interessi e i punti di vista delle comunità rivierasche. Apprezziamo che l’Assessore condivida l’uso di tale strumento per gestire il processo decisionale.
Come associazione ci siamo chiesti quali potrebbero essere le iniziative che possano migliorare sia lo stato ecologico che la sicurezza idraulica oltre a quanto già programmato e parzialmente eseguito (opere nella bassa,…). Consapevoli della complessità dei problemi alle diverse scale, abbiamo individuato comunque alcune azioni utili che ci permettiamo di segnalare e suggerire:
- analisi del trasporto solido e redazione del piano di gestione dei sedimenti sull’intera asta (per agire in base ad un bilancio, a delle effettive disponibilità e obiettivi e non solo in base alle richieste corporative); il piano deve assicurare la sicurezza idraulica ed evitare che la rimozione dei sedimenti, con la distruzione di habitat, alteri l’assetto delle biocenosi lacustri. Analoghe considerazioni valgono per i settori fluviali immediatamente coinvolti dal flusso e dal deposito di materiale defluito da monte;
- analisi delle aree di laminazione naturali dell’onda di piena dentro e fuori alveo (piana allagabile) per capire se ulteriori interventi saranno necessari e impedire e nuove urbanizzazioni in aree di pertinenza fluviale;
- analisi e gestione unitaria della vegetazione ripariale stante l’importanza ecologica, idraulica e di protezione che la stessa esercita e le strette connessioni con le dinamiche del fiume;
- rinaturazione del lago di Cavazzo e deflusso ecologico a valle della presa di Ospedaletto (battaglia del comitato salvalago);
- pianificazione degli interventi a livello di bacino rispetto ai diversi usi dell’acqua al fine di ridurre l’impronta idrica, migliorare la qualità dei suoli, la gestione del reticolo idrico secondario e la tutela delle falde artesiane. Impresa complessa ma necessaria stante l’alterazione al ciclo idrologico che i cambiamenti climatici stanno apportando e le prevedibile situazioni di stress idrico e di conflitto che si potranno determinare tra i diversi usi;
- l’attuazione di quanto previsto dalla direttive acque e alluvioni, comprensivo di un censimento dei manufatti e delle strutture costruite in alveo, individuando le opere che dovrebbero essere rimosse perché inutili (diga di Caprizzi,…) o dannose o esposte a pericolo, degli interventi programmati dai vari enti, al fine di una gestione integrata del corso d’acqua (difesa dalle alluvioni e miglioramento della qualità delle acque anche al fine della tutela della biodiversità);
- utilizzare l’attività di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali alle previsioni del Piano paesaggistico regionale quale occasione per ripensare alle trasformazioni territoriali fin qui attuate e per riprogettare un nuovo rapporto tra l’attività umana e il fiume.
Con riferimento all’obbligo della Regione di regolamentare, entro il 30 ottobre, le modalità di concessione delle grandi derivazioni, già in occasione delle osservazioni del Piano di tutela delle acque, Legambiente aveva proposto la costituzione di una società energetica regionale; ora è da approfondire la governance e le ricadute economiche e sociali sui territori interessati, partendo dal documento redatto da 20 Sindaci della pedemontana pordenonese. Con riferimento a queste ultime riteniamo utile immaginare anche strumenti economici che premino la difesa e valorizzazione del capitale naturale e il ripristino / mantenimento dei servizi ecosistemici ad esso associati.
In tempo di pandemia e all’inizio inizio della fase due non possiamo non ricordare l’afflusso di tante persone che, alla riapertura si sono riversate nell’alveo del Tagliamento a camminare e giocare con i bambini usando come giocattoli, strumenti di nuova generazione, “i ciottoli di fiume” che in silenzio raccontano la storia del territorio.