Sì alla ciclabile in Corso Italia
La prima valutazione di FIAB e Legambiente
Se finalmente possiamo vedere il compimento di una pista ciclabile nel tratto riqualificato di Corso Italia è anche vero che si tratta comunque (ancora!) di una sperimentazione. Certo è un primo passo per la redistribuzione degli spazi urbani in linea con i principi della mobilità sostenibile, ma vi sono diverse criticità nel complesso dell’operazione.
Questa ciclabile confidiamo possa invogliare i goriziani ad usare di più la bici, in sicurezza. Porterà benefici all’ambiente, alla salute – problema della sedentarietà – ed al portafoglio. Invoglierà i cittadini a fare anche acquisti in centro, con tranquillità, facendo uso della bici.
Tuttavia consideriamo pericolosa la contestuale presenza dei parcheggi accanto alla ciclabile, sia per il noto problema di apertura delle portiere, sia per motivi di sicurezza laddove sono già stati segnalati rischi legati al passaggio dei mezzi di soccorso e degli autobus e manca anche di visione estetica del Corso. Difficile poi fare valutazioni in un periodo anomalo come quello della pandemia quando né le scuole né le attività produttive sono completamente ripartite.
Cogliamo l’occasione per segnalare inoltre che continua gravemente a pesare la mancanza di una visione generale dettata dal piano urbano del traffico che ribadiamo essere fermo al 2005 e deve essere aggiornato per legge ogni due anni. In più l’assenza di un più ampio piano per la mobilità urbana sostenibile (PUMS) e del piano per la mobilità ciclabile (Biciplan).
Anche in vista del 2025, riteniamo Gorizia non possa perdere ulteriori occasioni per mettersi in collegamento non solo all’interno del tessuto cittadino ma anche con la rete delle municipalità contermini, ed integrata con quelle del GECT. Un’ulteriore valorizzazione della città potrebbe anche derivare, sia in ambito nazionale che internazionale, dal collegamento con la pista ciclabile dell’Isonzo, già realizzata verso la Slovenia e – ancora purtroppo sulla carta – verso Gradisca e Grado.
FIAB Gorizia
Legambiente Gorizia