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Nota al MV sull’opera di laminazione a Pinzano (Tagliamento)

Legambiente nel suo manifesto pubblicato nella primavera del 2020 proponeva per laminare l’onda di piena, una analisi “approfondita” per individuare le aree di laminazione naturali, diffuse, dentro e fuori alveo (piana allagabile). Solo dopo valutare se ulteriori interventi saranno necessari. Era la prima cosa da fare 50 anni fa. Invece tutto si è concentrato nella ricerca della grande opera definitiva e continuando, nel contempo, a erodere gli spazi di pertinenza fluviale. Però meglio tardi che mai e in questo senso condividiamo la proposta avanzata dal WWF.

Questo richiede una visione unitaria del bacino. Non si può finanziare la costruzione di argini a monte evitando che l’acqua fuoriesca in aree da sempre allagabili e poi porsi il problema di come laminare l’onda di piena a valle. Oppure gestire i sedimenti trasportati dal fiume, a pezzi, senza avere un piano sull’intero bacino di gestione sostenibile dei sedimenti, peraltro previsto dal codice ambientale.

Anche la vegetazione perifluviale, considerata l’importanza ecologica, idraulica e di protezione che ricopre richiede una gestione unitaria; si chiede in aggiunta un programma strategico di forestazione delle fasce tampone ove queste risultino esigue o assenti. I programmi comunitari (PSR) possono garantire le risorse per le misure compensative agli agricoltori. 

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