Un parco fotovoltaico in un’area di pregio naturalistico
Siamo estremamente preoccupati perché un prato stabile verrà sacrificato per far posto ad un parco fotovoltaico. Legambiente punta fortemente sulle fonti energetiche rinnovabili ma è evidente che vi sono luoghi molto più adatti dove posizionare dei pannelli. Ad esempio a duecento metri dall’area in questione vi è l’enorme parcheggio di un grande magazzino utilizzato al massimo al 20%. In quell’area cementificata i pannelli farebbero ombra alle automobili in sosta e ridurrebbero il surriscaldamento dell’asfalto.
La pubblica amministrazione deve avere la lungimiranza di indicare la strada, ma nel caso del parco fotovoltaico di Mariano temiamo che gli enti preposti stiano prendendo delle decisioni sbagliate. Infatti il Comune di Mariano disconosce il suo progetto di riqualificazione ambientale di un’ex cava. Ora che finalmente l’ex cava è stata riqualificata e sta diventando un bel prato circondato da alberi lo si vuole degradare di nuovo con un parco fotovoltaico. Eppure non più tardi di qualche mese fa, durante la procedura di “screening VIA”, il Comune stesso aveva dato parere negativo al progetto con queste parole: “l’obiettivo finale da perseguire è quello della riqualificazione sotto il profilo naturalistico ed ambientale, in rapporto alla situazione preesistente e circostante”. Perché ora ha cambiato idea? Ci sono state delle pressioni esterne? Stona quindi leggere la frase del sindaco “l’area è degradata e non consente coltivazioni”, dimenticando che le aree verdi come questa svolgono delle funzioni fondamentali per la nostra comunità: assorbono CO2, sono dei polmoni verdi, sono dei bei luoghi da frequentare, forniscono erba di qualità per animali di allevamento, sono scrigni di biodiversità in mezzo alla pianura intensamente coltivata.
A tal proposito nell’area in questione sono state viste negli ultimi anni ben 78 specie di uccelli senza contare i mammiferi, gli insetti e altri organismi viventi. Stride perciò il parere dato dal Servizio VIA della Regione durante la fase di “Screening VIA”: “Riguardo fauna e flora, il campo fotovoltaico ricade in una zona antropizzata, circondato da campi coltivati e a poca distanza da una zona industriale ed artigianale. Questi elementi limitano la presenza di macro e micro fauna selvatica nonché di flora autoctona”. E’ evidente che manca uno studio approfondito sulla flora e la fauna presenti come richiesto dall’ARPA nella stessa procedura: “Nell’analisi degli impatti ambientali (pag. 112 del SIA) non si rintracciano indagini o ricerche bibliografiche sulla macro e micro fauna selvatica presente in loco e la valutazione sulle interferenze dell’opera in progetto su tali componenti animali”. Speriamo che prima di dare l’autorizzazione definitiva gli enti preposti analizzino in modo approfondito il grave impatto che il parco fotovoltaico avrà sulla biodiversità e sul paesaggio.