Opere devastanti e turismo montano: se ne parla domani sera al Cinema David di Tolmezzo
Gli esperti del settore e i “guru” della comunicazione lo chiamano “turismo esperienziale”, indicando in questo modo una formula in cui al posto dei “pacchetti” preconfezionati delle agenzie di viaggio ad attrarre i visitatori è la possibilità di vivere un’esperienza reale a contatto con un territorio, un ambiente e una cultura autentici, diversi da quelli a cui si è abituati nella vita di ogni giorno. Su questo sembra aver puntato da qualche tempo anche la Regione Friuli Venezia Giulia, che attraverso campagne pubblicitarie e inserzioni sui principali quotidiani propone la nostra montagna con scenari da sogno, silenzi e natura incontaminata, incontri e paesaggi da vivere emozionandosi ….
Ma quale emozione può provare un turista che si trova di fronte ad un sentiero trasformato in una strada forestale larga sei metri o all’inizio di una ferrata diventata inagibile per la mancata manutenzione a causa del drastico taglio al contributo assegnato al CAI dalla Giunta Regionale? E che impressione possono suscitare fiumi e corsi d’acqua ridotti a distese desertiche non tanto dalla siccità, quanto dagli indiscriminati prelievi a scopo idroelettrico?
Questi ed altri interrogativi se li pongono – e li pongono a tutta la comunità e agli appassionati della montagna – le associazioni ambientaliste (da Legambiente al WWF, da Italia Nostra a Mountain Wilderness) e vari Comitati (Co.S.Mo., Friday For Future Carnia, Comitato Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento, Carnia Greeters) nella “serata informativa” organizzata per martedì 26 a Tolmezzo, con inizio alle ore 20.30, presso il Cinema David.
Nell’occasione si farà il punto sulla vicenda della strada Plotta-Marinelli, contro la cui realizzazione sono state raccolte oltre 13.000 firme, sui progetti della SIOT e le conseguenze per la Valle del But ed il Lago di Cavazzo, sul finanziamento pubblico alle manifestazioni motoristiche e sul devastante progetto di collegamento stradale tra il rifugio Chiampizzulon e Malga Tuglia e soprattutto sulle decine di milioni che la Regione intende spendere in nuove piste da sci e impianti di risalita a quote ormai inaffidabili a causa del riscaldamento globale.
Più che le parole, saranno le immagini a parlare e a documentare una realtà che rischia di compromettere non solo il turismo, ma la stessa bellezza ed identità di questi territori.