Il verde in città: bello e impossibile?
Siamo in un periodo dove si sente parlare in tutti gli spazi comunicativi, TV, radio, social, pubblicità ecc.., a proposito ma spesso anche a sproposito, del cambiamento climatico, ormai innegabile e originato dalle attività umane che liberano enormi quantità di anidride carbonica nell’atmosfera.
Se ne conoscono anche i rimedi: il primo è sostituire le fonti fossili per produrre l’energia che ci serve con le fonti energetiche rinnovabili, principalmente energia solare ed eolica, che inondano il nostro Pianeta e che non producono scorie; il secondo consiste nel conservare il patrimonio arboreo e mettere a dimora altri alberi in gran quantità. Le piante per nutrirsi e crescere sottraggono CO2 dall’atmosfera (o disciolta in acqua, quelle acquatiche), meccanismo fondamentale per ridurre l’effetto serra.
In sintesi, questo è il processo che tutti noi dovremmo tenere bene a mente, e invece cosa succede?
Anche da noi, ma in genere in tutto il paese, alberi anche grandi e in piena salute vengono tagliati o potati in modo indiscriminato, così da provocarne la morte, in barba alle leggi (L. 10/2013) e ai regolamenti che dovrebbero frenare questa strage.
Anche a Monfalcone ci sono le NORME GENERALI PER LA TUTELA DEL VERDE PRIVATO, inserite al TITOLO V del Regolamento Edilizio Comunale, in vigore dal 9.12.2019, alle quali tutti si dovrebbero attenere.
In particolare, va chiesta l’autorizzazione al Comune per l’abbattimento di alberi che abbiano un diametro a 1 m dal colletto o dal suolo di almeno 20 cm, o un’altezza superiore a 10 m, motivandone la richiesta (morte della pianta, grave patologia o avanzato deperimento della pianta, non altrimenti trattabili, ecc).
Nel caso di una pianta monumentale (iscritta negli elenchi regionali su richiesta dei Comuni), o di pregio (altezza superiore a 18 m e diametro 0,90 m al colletto), le regole sono ancora più restrittive e impongono l’impianto di tre piante della stessa specie nella stessa proprietà o luogo idoneo indicato dal comune. Tutti gli abbattimenti non autorizzati (eccetto quelli eseguiti per pericolo imminente decretato dai VVFF) sono soggetti a sanzione. Ma le possibilità di eludere tali norme, purtroppo, sono molto ampie.
Un esempio emblematico riguarda uno splendido tiglio che svettava rigoglioso in via Garibaldi 18, del quale segnaliamo l’abbattimento avvenuto proprio in questi giorni. Alcune foto del 2015 e del 2019 lo ritraggono in buona salute, ma nel 2021 è stato “trattato” con una tecnica chiamata “cercinatura” (rimozione di una stretta striscia di fusto, comprendente corteccia, cambio e un sottile strato di legno, disposta attorno all’intera circonferenza di una pianta in piedi …inducendolo ad un lento e costante appassimento, cui segue la morte https://it.wikipedia.org/wiki/Cercinatura). Non sappiamo se questo trattamento abbia sortito l’effetto voluto, fatto sta che poi l’abbattimento sembra sia stato autorizzato (un precedente tentativo del 2014, non era stata accolto).
Più volte negli anni ci siamo occupati della scarsa considerazione in cui è tenuta la vegetazione, ma ci sembra che la coscienza collettiva della sua fondamentale funzione, specialmente in ambito cittadino, sia poco consolidata, sia nel privato cittadino che a livello di Istituzioni. Il riferimento è al sacrificio del boschetto nell’area di via Grado destinata alla cittadella degli studi, del quale si nega addirittura l’esistenza, oppure al malaugurato intervento di potatura dei tigli di viale S. Marco, in periodo di nidificazione, per non parlare dell’eliminazione di tutto verde in Piazza della Repubblica, che favorirà la creazione di “isole di calore”, sempre più insopportabili con l’aggravarsi dell’”Emergenza climatica”.
CS – Il verde urbano che tutti vogliono (ma solo a parole)
Legambiente Circolo “Ignazio Zanutto” APS