Stop alle polemiche: Legambiente sostiene con convinzione la delibera dell’Organo gestore della Riserva naturale Regionale Foce Isonzo

Il dibattito che si è acceso a seguito dell’ordinanza n.27 dell’Organo gestore della RNFI in merito alle attività sportive che vengono vietate all’interno della RNFI rischia, ancora una volta, di sancire l’esclusività dell’importanza delle attività umane sulla necessità di tutela dell’ambiente naturale e degli animali che lo frequentano.
Giustamente, con il supporto di adeguate motivazioni scientifiche, l’organo gestore si preoccupa della conservazione, in particolare dell’avifauna, ricchissima di specie (300 rilevate finora) anche rare, e di numero di esemplari, che trovano nell’area della riserva un ambiente speciale per sostare durante le migrazioni, per nutrirsi e riprodursi con successo.
La costante riduzione di ambienti naturali sta compromettendo, anche a causa dei cambiamenti climatici in corso, la biodiversità a livello mondiale.
La convenzione di Ramsar, nella sua dichiarazione introduttiva, spiega perfettamente il senso di tutto questo, affermando, già nel 1971: “Le parti contraenti, riconoscendo l’interdipendenza tra l’uomo ed il suo ambiente, considerando le funzioni ecologiche fondamentali delle zone umide come regolatori del regime delle acque e come habitat di una flora e di una fauna caratteristiche e, in particolare di uccelli acquatici; convinti che le zone umide costituiscono una risorsa di grande valore economico, culturale, scientifico e ricreativo, la cui perdita sarebbe irreparabile; desiderando arrestare ora e per l’avvenire la progressiva invasione da parte dell’uomo e la scomparsa delle zone umide; riconoscendo che gli uccelli acquatici, nel periodo delle migrazioni stagionali, possono attraversare le frontiere così da dover essere considerati come risorsa internazionale; essendo persuasi che la tutela delle zone umide, della loro flora e fauna può essere assicurata mediante l’unione di una politica nazionale lungimirante con un’azione internazionale coordinata”, hanno convenuto…ecc, ecc. Ancora, nel recente 2024, l’Unione Europea ha promulgato la Nature Restoration Law, la legge europea per il ripristino della natura, per porre freno alla perdita e al degrado degli ambienti naturali comunitari. Nel regolamento della Riserva e nella delibera n° 27 ci si preoccupa della loro salvaguardia: lo scopo è semplicemente quello di salvaguardare un patrimonio naturalistico di straordinaria importanza, dettando alcune regole che non pregiudicano la possibilità di esercitare le attività sportive, oggetto della delibera, nelle zone contigue alla riserva, nello specifico, a Marina Julia.
Legambiente ricorda che ogni anno visitano la riserva migliaia di visitatori e birdwatchers (25.000), che contribuiscono anch’essi alla ricchezza ed allo sviluppo economico del territorio, in modo complementare allo sviluppo turistico balneare della vicina Marina Julia.
I provvedimenti contenuti nella delibera derivano da indicazioni fornite dalla comunità scientifica, che tutti, a partire da chi fa politica dovrebbero avere come riferimento. Queste indicazioni ci permettono di conoscere che i possibili danni all’avifauna sono molteplici: il rumore dei mezzi motorizzati, ma anche il semplice sorvolo di un kite surf che, percepito come un predatore, fa scappare le femmine in cova causando l’abbandono del nido con la sicura morte dei nidiacei, il disturbo causato agli stormi che si alimentano sui bassi fondali e la generale trasformazione di un ambiente sicuro in uno pericoloso da cui fuggire, con grande dispendio energetico e rischio per la sopravvivenza.
Riteniamo questa ordinanza un passo necessario verso la tutela del prezioso ambiente naturale di cui siamo responsabili anche nei confronti delle future generazioni ed auspichiamo che si metta fine alle polemiche di questi giorni, iniziando a cooperare in modo lungimirante tra istituzioni, per garantire la sostenibilità ambientale ed economica di un unico territorio.
CS – Ordinanza divieto accesso RNFI