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Emergenze e Clima: il caso della recente alluvione nel Goriziano

Emergenze e Clima: il caso della recente alluvione nel Goriziano

Legambiente FVG esprime profonda solidarietà e cordoglio alle famiglie delle vittime colpite dagli improvvisi e luttuosi eventi atmosferici che hanno interessato in particolare Brazzano e Versa nella notte tra il 16 e il 17 novembre scorsi.

È prematuro avanzare valutazioni sito-specifiche definitive sulle cause territoriali che hanno concorso all’amplificazione degli effetti di questa intensa precipitazione. Tuttavia, la scienza degli ecosistemi fluviali, unita alla lunga esperienza maturata dall’Associazione sui bacini del Tagliamento e dell’Isonzo, evidenzia dinamiche precise e solleva nuove, urgenti domande correlate anche al fenomeno alluvionale intercorso.

Fattori Moltiplicatori del Rischio

Sappiamo che diversi processi trasformativi aumentano il rischio idraulico:

·  Uso del Suolo: I cambiamenti nell’uso del suolo influiscono negativamente sulla capacità di ritenzione idrica, accelerando la velocità di deflusso delle acque. In contesti specifici (suoli argillosi e pendenti), può innescare il collasso del suolo stesso;

·  Alterazioni Fluviali: Il restringimento degli alvei, la ridotta connettività con le pianure allagabili e la gestione non sostenibile dei sedimenti sono fattori noti per moltiplicare il rischio.

Crisi Climatica e Nuovi Scenari di Rischio

Come incide la crisi climatica sulla distribuzione del rischio idraulico? Secondo i risultati dello studio di Dallan et al. (2024), nell’attuale contesto di riscaldamento globale, ci si deve attendere che gli effetti delle precipitazioni intense di breve durata diventeranno più gravi rispetto a quelli correlati a eventi di durata maggiore (giornalieri).

Questa tendenza è già manifesta nelle Alpi orientali, e l’aumento più significativo è atteso nelle zone prealpine e costiere.

Questa diversa distribuzione spazio-temporale dei fenomeni estremi si consoliderà con il progredire della crisi climatica? Dovremmo preoccuparci maggiormente degli effetti del rischio idraulico nei piccoli bacini? Queste domande richiedono un costante monitoraggio e un’adeguata modellistica per orientare la pianificazione futura.

È imperativo rallentare il flusso delle acque verso il mare. Questo obiettivo sistemico e strategico è duplice: serve a ridurre il picco di piena (mitigazione del rischio alluvionale) e a trattenere l’acqua (contrasto ai prolungati periodi siccitosi). Tale approccio deve diventare un pilastro nell’aggiornamento del Piano di Governo del Territorio, che integra obiettivi e misure del piano di mitigazione e adattamento alla crisi climatica.

Legambiente FVG
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