Tagliamento: un fine settimana di scienza e sport per il fiume

Sabato a Spilimbergo esperti da tutto il mondo hanno dichiarato l’importanza del Tagliamento per la comunità scientifica
Scienziati, tecnici e cittadini chiedono soluzioni alternative al ponte-traversa di Dignano, non solo per l’ambiente, anche per evitare problemi di gestione e costi crescenti
Tra sabato e domenica oltre 200 persone hanno disceso il fiume in canoa per chiedere che il Tagliamento resti libero
Udine, 16 giugno 2025
Duecento tra scienziati, studenti e cittadini si sono incontrati sabato 14 giugno al Teatro Miotto di Spilimbergo per il seminario internazionale “I fiumi a canali intrecciati e il Tagliamento”, organizzato dal Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale – CIRF. In apertura, a portare i saluti c’era il sindaco Enrico Sarcinelli, che ha ribadito la necessità di tutelare il Tagliamento e di elaborare soluzioni alternative per la riduzione del rischio di alluvioni, coinvolgendo attivamente i territori.
Durante la giornata relatori noti in tutto il mondo per i loro studi sui fiumi, come l’ecologo austriaco Klement Tockner, hanno ribadito il valore del Tagliamento come punto di riferimento per la comunità scientifica mondiale. È infatti uno degli ultimi grandi fiumi dell’Europa occidentale a conservare ancora un’elevata naturalità e la tipica forma a canali intrecciati.
Si è discusso di come funzionano questi corsi d’acqua con 16 esperti tra cui Barbara Belletti (CNRS) ed Hervé Piégay (ENS Lyon) che hanno spiegato che hanno bisogno di spazio e sedimenti e che opere idrauliche e interventi di canalizzazione li hanno ormai resi rari nell’arco alpino. Questa forma peculiare, ha chiarito il tedesco von Hessberg (Università di Bayreuth) che da quasi 20 anni porta i suoi studenti a monitorare il Tagliamento, corrisponde a una diversità di habitat particolarmente ricca e fragile che si può perdere facilmente se si interviene in modo eccessivo. Per evitare che ciò avvenga e per valorizzare i territori attraversati, ai fiumi a canali intrecciati particolarmente ben conservati sono state dedicate riserve naturali o parchi nazionali. Ne sono un esempio il fiume Drôme descritto da Philippe Lloret (Riserva naturale des Ramières du Val de Drôme) o il parco nazionale del fiume Vjosa in Albania, raccontato da Marta Crivellaro e Guido Zolezzi dell’Università di Trento. Proprio per la loro importanza, nei fiumi “braided” sono stati realizzati importanti progetti di rinaturazione, come quelli del Lech tirolese illustrato da Georg Niedrist (Lechforschung 2050+) o del Drac nel sud della Francia presentato da Margot Chapuis, dell’Università della Costa Azzurra.
Il pomeriggio è stato dedicato a interventi sul Tagliamento, con la geomorfologa britannica Angela Gurnell, Lorenzo Picco dell’Università di Padova e l’idrobiologo Giuseppe Moro hanno riassunto decenni di studi sul fiume e aggiornato il pubblico sulle sue condizioni attuali e sui principali problemi da risolvere. Tra questi, è stata sottolineata l’importanza di mantenere e ripristinare la connettività fluviale, arrestare estrazioni di sedimenti in alveo ingiustificate e assicurare urgentemente un adeguato deflusso ecologico nei tratti derivati.
Si è poi parlato di rischio di alluvioni, con l’intervento di Francesco Comiti (Università di Padova) e nella tavola rotonda moderata dal giornalista Rudi Bressa, a cui hanno partecipato i ricercatori Anna Scaini, Nicola Surian e Giorgio Osti, oltre al presidente regionale di Legambiente, Sandro Cargnelutti, mentre Autorità di Bacino e Direzione centrale difesa dell’ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Friuli Venezia Giulia hanno declinato l’invito.
La discussione ha toccato il cuore del dibattito attuale sul tema delle casse di espansione attualmente previste anche nel tratto di maggiore valore ambientale del Tagliamento. Come hanno evidenziato diversi esperti presenti a Spilimbergo, non solo queste opere rischierebbero di compromettere caratteristiche ecologiche uniche, ma una grande opera trasversale con paratoie mobili in un tratto in cui Il Tagliamento, trasporta moltissimo materiale solido e legname, quando è in piena, porrebbe seri problemi di manutenzione e gestione. Quel che è emerso dal convegno, quindi, è l’importanza di individuare soluzioni alternative alle opere proposte dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall’Autorità di Bacino Alpi Orientali, più rispettose dell’ecologia fluviale ed efficaci per difendere la popolazione rivierasca.
È il momento di cambiare approccio: non basta concentrarsi sulla riduzione della pericolosità (il rischio zero non esiste e il rischio residuo va comunicato e gestito) e affidarsi solo a grandi opere è spesso un approccio fragile e inefficace, che in caso di malfunzionamento o di eventi più grandi di quelli di progetto rischia di provocare danni enormi. Bisogna invece rallentare l’acqua in modo più diffuso, senza sbarrare il corso del fiume e intervenire per ridurre la vulnerabilità di edifici e infrastrutture. E’ stato inoltre ricordato che il rischio di alluvioni non riguarda solo Latisana, ma anche la parte alta del bacino fluviale. Infine, è stato più volte sottolineato che immaginare che nuove grandi opere possano assicurare ulteriore sviluppo urbanistico dei territori attorno al fiume sarebbe assolutamente irresponsabile.
La domenica è stata dedicata all’esplorazione del fiume nel suo tratto più naturale, tra Cornino e Villanova di San Daniele del Friuli. Gli esperti del CIRF si sono uniti alla Scuola Kayak & Rafting Friuli dell’ASD CUS Udine, in occasione della quarta edizione di Tagliamento Libero, una discesa non competitiva nata per vivere, valorizzare e tutelare il fiume nel suo tratto più iconico. Hanno partecipato, in tutto, tra sabato e domenica, a bordo di canoe canadesi, kayak, packraft e gommoni, oltre duecento persone. Chi ha percorso il Tagliamento in canoa ha potuto assistere agli approfondimenti scientifici di Lorenzo Picco e Francesco Comiti, mentre al Castello di Ragogna Alessandro Ciriani ha ripercorso la storia dello sbarramento di Pinzano e l’ing. Giorgio Damiano a Colle Pion ha messo a fuoco le criticità della nuova proposta della Regione per il contenimento delle piene al gruppo che ha effettuato l’escursione, in parallelo, a piedi. Gli eventi si inseriscono nella campagna Free Tagliamento, realizzata da Legambiente FVG, WWF FVG, Lipu FVG, CIRF e associazione Foce del Tagliamento, grazie al sostegno di Patagonia, di Wetlands International Europe e del Programma LIFE.