I temi ambientali chiave presentati alla Regione da Legambiente
Legambiente Friuli Venezia Giulia ha incontrato lunedì scorso l’Assessore regionale all’ambiente Sara Vito e ha posto problemi e avanzato delle proposte sinteticamente qui elencate. Ed è stato quindi richiesto un secondo incontro a fine gennaio per fare il punto sul Piano regionale di tutela acque e relative proposte avanzate dall’associazione, sull’inquinamento dell’area Caffaro e Laguna e sull’attuazione del piano energetico regionale. Inoltre sarà un incontro utile ad aggiornare lo stato dell’arte delle proposte avanzate nell’incontro di dicembre.
1. TRIESTE E SERVOLA
La richiesta all’Assessore ha riguardato l’approfondimento di aspetti tecnici legati al monitoraggio degli inquinanti da fonti puntuali (ferriera) e diffuse, la qualità della comunicazione ai cittadini e associazioni di Trieste, la sperimentazione di tecniche di fitorisanamento – ovvero l’uso di piante – per la bonifica dei suoli inquinati di Trieste e la valutazione dell’impatto sanitario dell’inquinamento. Si è convenuto che gli aspetti tecnici verranno valutati con ARPA e gli aspetti epidemiologici con la Direzione apposita. Sulle altre questioni Legambiente presenterà le sue proposte al tavolo istituzionale costituito dalla Regione, Comune, ARPA e Università di Trieste.
2. CENTRI DI RIUSO ED ECONOMIA CIRCOLARE
L’associazione ha ribadito la necessità di una strategia regionale nella distribuzione dei centri di riuso dei beni, privilegiando il riuso di capannoni dismessi al posto di nuove costruzioni, e inoltre alla luce dell’esperienza del circolo di Gemona col suo Centro di Riuso “Mai Strassa”, ha avanzato delle proposte di revisione del regolamento regionale. Ha ribadito la necessità che la regione si doti di una legge regionale sull’economia regionale e istituisca un tavolo apposito, su questo tema strategico, con tutti i portatori di interesse. L’Assessore si è impegnata in tal senso.
3. CAMBIAMENTI CLIMATICI IN REGIONE
Legambiente ha proposto che la Regione si doti di un piano di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici in essere e che in futuro saranno sempre più repentini. Tale piano richiede molta conoscenza e partecipazione. Il problema riguarda tutte le aree della regione e il piano può diventare una sorta di master plan a cui le politiche territoriali devono riferirsi.
4. LAVORI AMBIENTALI E RICHIEDENTI ASILO
Ci sono molte attività di cura e manutenzione del territorio che sono utili, non configgono con il mercato professionale e possono impegnare in modo intelligente il tempo di attesa dei richiedenti asilo e favorire l’integrazione e/o una diversa percezione dei migranti da parte delle comunità locali. In che modo? Utilizzando quel laboratorio straordinario che è l’ambiente e i bisogni di manutenzione e cura che “esprime”. I piani potrebbero essere messi a punto, in via sperimentale, per bacini idrografici e contesti urbani facendo leva su:
-competenze già in possesso dei richiedenti asilo
-competenze operative da acquisire mediante la formazione
-la volontarietà dell’adesione.