Riserva naturale foce Isonzo: avanti tutta verso la fine della tutela
Una foto che campeggia spavalda sulla pagina degli “Amici dei Caregoni” spiega più di ogni altro commento il vero obiettivo di una parte di questa associazione: la cancellazione di ogni vincolo di tutela fino all’atto estremo di cancellare la Riserva naturale, inclusa nel 2016 tra le Zone umide d’importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar.
Non gliene può fregare di meno ai frequentatori della movida estiva dei pareri degli esperti delle Università di Udine e Trieste che, senza interessi personali e senza subire condizionamenti vari, tentano invano di spiegare, in modo scientifico, che non si tratta di salvaguardare due “cocai”, per dirla come si esprimono alcuni dei vari commentatori, ma di garantire un intero delicato sistema ricco di biodiversità. Non è difficile comprendere che la frequentazione di migliaia di persone in poche ore con barche, motori, rumore e calpestio, possa provocare un danno ambientale enorme. Una simile baldoria discotecara non ha nulla di sostenibile. Sostenere poi che i Caregoni sono fuori dalla Riserva è una pura falsità, e in ogni caso non giustifica simili comportamenti: se questo sito è stato definito di importanza comunitaria, ci sono ragioni scientifiche che lo determinano. Non si tratta solo di un perimetro tracciato a caso, ma di un preciso invito ad assumere un senso di responsabilità verso l’intera zona.
È sacrosanta l’affermazione che i Caregoni appartengono al popolo, ma un popolo che va ben oltre i confini locali. L’unicità della nostra terra e la sua fragile bellezza appartengono a tutti, sono un bene comune non circoscritto al migliaio di persone che con i loro motoscafi se ne sono appropriate. Le Istituzioni poi dovrebbero impegnarsi a educare al rispetto e alla sostenibilità e questa poteva essere un’occasione irripetibile per dimostrare, nel concreto, cosa significa amministrare salvaguardando il patrimonio naturale per le generazioni future. Ne siamo perfettamente consapevoli, siamo entrati mani e piedi nel terreno melmoso del pensiero unico, dell’egoismo più sfrenato, nel primato del “secondo me…” che sta sostituendo quello del “secondo la comunità scientifica…”, nella banalizzazione del “bene collettivo” in nome della difesa dei propri presunti diritti. Le incredibili dichiarazioni del portavoce degli “amici dei Caregoni” in relazione a “Casoni e pulizia del territorio si commentano da sole: da un lato la difesa dell’illegalità conclamata dei “casoni” (sancita dalla Magistratura!), dall’altro le accuse a Legambiente di non intervenire a ripulire il territorio! Ricordiamo che ogni anno, il circolo “Ignazio Zanutto” di Legambiente organizza oltre una decina di operazioni di pulizia dei rifiuti in numerose zone (Puliamo il Mondo, Spiagge pulite, iniziative di educazione ambientale con i più giovani…), fornendo dati su quantità e qualità dei rifiuti sulle spiagge ad ARPA con il monitoraggio “Beach litter”. In definitiva, alla fine perderemo tutti! Il sistema di Aree naturali, svilito ad area di servizio per feste e schiamazzi; Legambiente che tenta di far presente questo rischio; la collettività intera, che a causa dell’egoismo di un gruppo organizzato ed alla compiacenza della politica, perderà un patrimonio naturale inestimabile.