Il progetto nazionale ECCO è anche a Gemona del Friuli con Maistrassâ
Promuovere l’incontro tra innovazione e sostenibilità per la nascita di nuove competenze green. Ridurre la produzione di rifiuti, incentivare il riuso dei materiali, aumentare la sostenibilità dei territori, favorire l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze: da qui nasce ECCO (Economie Circolari di Comunità), il progetto con l’intento di promuovere l’incontro fra economia circolare, economia civile e inclusione sociale tramite un approccio integrato mirato allo sviluppo di nuove opportunità occupazionali e sociali.
Un obiettivo decisamente ambizioso ma realizzabile grazie alla rete dei Ri-hub, poli di “cambiamento territoriale” che coinvolgeranno cittadini, insegnanti, studenti, rappresentanti di associazioni e istituzioni in attività di educazione alla sostenibilità e di promozione dei principi dell’economia circolare, oltre che di formazione diretta all’attivazione di filiere economiche sostenibili.
Il progetto ECCO è stato lanciato venerdì 31 gennaio attraverso un collegamento in videoconferenza, gestito dalla sede nazionale di Legambiente a Roma, con i 16 Ri-hub disseminati in 13 regioni italiane, alla presenza di Serena Carpentieri (vicedirettrice Legambiente Nazionale), Lorenzo Barucca, Alessio Di Addezio (responsabili del progetto), Carlo Andorlini (Legambiente Economia Civile), Nicolas Denis (Reware), Marco Gisotti (giornalista ambientale) e Riccardo Morri (Università Sapienza di Roma).
Ciclomeccanica, mobilità sostenibile, riparazione di elettrodomestici, rigenerazione di materiali informatici ed autoproduzione, gestione di orti sociali e aree verdi, upcycling. Sono solo alcuni degli esempi dei green jobs e delle filiere sostenibili avviate e implementate dal progetto ECCO, in luoghi particolari, scelti specificatamente in strutture abbandonate o degradate, trasformate in funzionali eco-cascine e green stations dove scambiare competenze e sviluppare professionalità virtuose ed economicamente sostenibili.
“ECCO ha l’obiettivo di mettere in rete e dare visibilità a tutte quelle realtà circolari che esistono e sostenere quelle stanno per nascere sul territorio, usando come guida le 8 ERRE del progetto: ridurre, riparare, riusare, riciclare, rigenerare, ripensare, riabilitare e ripartire. Puntare sull’economia circolare e civile non solo per migliorare la nostra qualità di vita, ma anche per favorire inclusione sociale e sviluppare nuove competenze”, ha dichiarato Serena Carpentieri, Vicedirettrice di Legambiente.
ECCO, coordinato da Legambiente, è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Avviso 1/2018) e avrà la durata di 18 mesi.
Il progetto ECCO è approdato anche in Friuli Venezia Giulia con Maria Teresa Declara e Rossana Cargnelutti che stanno collaborando con il, già attivo, Centro di Riuso “Maistrassâ”.
Il Centro di “Maistrassâ” nasce infatti nel 2015 dal progetto «Dall’uso al riuso: una seconda opportunità» promosso dal Circolo Legambiente della Pedemontana Gemonese. Il progetto si è cocluso nel 2016, ma da esso è nata l’associazione di Promozione Sociale Maistrassà, con l’obiettivo di creare microeconomie portatrici di lavoro, mediante le attività di manutenzione e riuso creativo.
Ubicato nel capannone dell’ex Consorzio agrario in via Santa Lucia 34 a Gemona, poco distante dalla stazione ferroviaria, il centro ha una superficie coperta di 4.000 metri quadrati, un’ampia sala esposizioni, un ufficio, un magazzino con porte di entrata anche per automezzi, un vasto cortile esterno.
Si tratta di un centro per il recupero di beni riutilizzabili altrimenti destinati a diventare rifiuto. A fronte di un’offerta libera, i beni “recuperati” vengono messi a disposizione di chiunque ne abbia necessità o di chiunque sia interessato alle pratiche di riuso. Il Centro raccoglie mobili, elementi d’arredo, biciclette e giochi puliti, in buono stato e funzionanti. Le offerte raccolte sono destinate in parte alla copertura dei costi di gestione del Centro (utenze, manutenzione dei locali, ecc.), in parte al sostegno di progetti ambientali o sociali.
Il “guadagno” dell’operazione è duplice: da un lato sociale (accesso facilitato ai beni da parte di persone in difficoltà, creazione di microeconomie), dall’altro ambientale (riduzione dei rifiuti). “Maistrassâ” produce un impatto anche sul senso civico della popolazione: si configura come un intervento di prevenzione alla creazione di rifiuti e come uno dei tasselli tramite i quali può svilupparsi l’economia circolare.