Cava di Bosc di Sot: confermata la presenza di anfibi e uccelli protetti!
È stata consegnata alla Regione e al Comune di Cormòns una nota di aggiornamento sulle osservazioni effettuate negli ultimi mesi nella zona umida di Bosc di Sot. L’area si trova all’interno di un sistema collinare utilizzato da molti anni per l’estrazione di argilla. La zona umida è composta da un bacino di circa 60.000 mq e da una zona palustre sopraelevata, formatosi nell’ultimo lotto di estrazione dell’argilla, di circa 8.000 mq. Il vasto bacino si è formato nel corso degli ultimi due anni, in seguito all’abbandono dell’attività estrattiva, e si è rapidamente riempito d’acqua.
Pur non potendo accedere all’area, i naturalisti Michele Tofful e Davide Roviani sono riusciti ad accertare la presenza di 35 specie di fauna selvatica vertebrata: 6 Anfibi, 24 Uccelli e 5 Mammiferi. Tra gli uccelli sono stati osservati il Tarabuso, la Casarca, il Marangone minore e ben 210 Oche grigie. Tra di essi ben otto sono elencati nell’allegato I della Direttiva Europea sulla protezione degli uccelli 79/409/CEE, recentemente sostituita dalla Direttiva 2009/147/CE. La Direttiva impone agli Stati membri di tutelare tali zone umide.
Il Tarabuso è una specie di airone abbastanza grosso che ama vivere tra i canneti, dove si mimetizza molto bene grazie al suo piumaggio screziato. Anche se è difficile vederlo, lo si riconosce facilmente dal particolare richiamo che assomiglia a un muggito. In Italia è piuttosto raro.
Per quanto riguarda gli Anfibi finora rilevati, la specie di maggior pregio è la Rana di Lataste, un anfibio endemico della pianura padana. È una specie prettamente boschiva e si riproduce nelle piccole pozze d’acqua che si creano ai lati di un torrente o negli avvallamenti. La Rana di Lataste è inclusa nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” (recepita dal Regolamento D.P.R. n. 357/1997 modificato ed integrato dal D.P.R. n. 120/2003) ed è quindi specie d’interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione (ZSC). Quattro specie, sul totale delle sei rilevate, sono invece incluse nell’Allegato IV della stessa Direttiva; Rana di Lataste, Rospo smeraldino, Rana agile e Raganella italiana.
Ai sensi del Art. 8 del D.P.R. 8 settembre 1997 n.357 –mod. D.Min.Amb. 20.1.1999 e Art. 59 della L.R. 9/2007, è fatto divieto di:
a) catturare o uccidere esemplari di tali specie nell’ambiente naturale;
b) perturbare tali specie, in particolare durante tutte le fasi del ciclo riproduttivo o durante l’ibernazione, lo svernamento e la migrazione;
c) distruggere o raccogliere le uova e i nidi nell’ambiente naturale;
d) danneggiare o distruggere i siti di riproduzione o le aree di sosta.
Secondo i naturalisti l’area umida di neo formazione risulta essere un ambiente ad elevato interesse naturalistico e in rapida evoluzione, che si innesta in una preziosa rete ecologica assieme alle limitrofe aree umide del Preval. Prima di concedere qualsiasi autorizzazione o effettuare delle modifiche al piano regolatore comunale è necessario attuare una serie di monitoraggi della flora e della fauna presenti.
Si potrebbe tutelare e valorizzare la zona umida facendola diventare uno straordinario laboratorio a cielo aperto per lo studio del fenomeno del popolamento e dell’evoluzione di zone umide vergini.