Sanificazione strade: l’ipoclorito di sodio è pericoloso per ambiente e salute
È necessaria una specifica ordinanza regionale per riportare entro criteri di tutela dell’ambiente e delle persone e di effettiva utilità le operazioni di pulizia messe in atto ripetutamente dai Comuni più sull’onda emotiva che sulla base del reale beneficio nel controllo dell’epidemia da Sars-CoV-2. Legambiente FVG chiede che vengano rispettate le norme in materia di utilizzo di prodotti chimici pericolosi e vengano recepite le indicazioni tecniche dell’ISPRA che, tra le altre cose, sconsigliano fortemente l’uso massivo ed indiscriminato dell’ipoclorito di sodio, per i danni gravi che possono essere arrecati all’ambiente e alla salute umana.
L’ipoclorito di sodio è una sostanza che non può essere utilizzata per fini pubblici se non dopo che un esperto appartenente alle professioni sanitarie ne abbia valutato i possibili effetti: è appena il caso di sottolineare che la scheda di sicurezza del prodotto è di ben 18 pagine e prescrive le precauzioni per chi utilizza o viene in contatto con tale sostanza. Ai fini della ‘disinfezione’ delle strade l’ISPRA ha tenuto conto di quanto esposto in detta scheda e le sue linee guida, fatte proprie, oltre che dal Ministero dell’Ambiente, dall’Istituto Superiore di Sanità, sono state inviate dal Ministero della Salute a diversi organi. Nell’elenco dei destinatari figurano tra gli altri gli Assessorati alla Sanità delle Regioni a statuto ordinario e speciale e l’ANCI.
“Il documento portato a conoscenza degli assessorati regionali competenti per materia considera misura di assai dubbia utilità la disinfezione di strade e pavimentazioni esterne poiché non esiste alcuna evidenza che le superfici calpestabili siano implicate nella trasmissione del Covid-19” – fa rilevare in una nota Legambiente FVG.
“Ai forti dubbi sulla reale utilità delle attività di disinfezione – continua l’Associazione – si accompagna la forte preoccupazione riconducibile alla sostanza cui si sta facendo prevalentemente ricorso per mettere in atto questi interventi impropriamente definiti di sanificazione, cioè l’ipoclorito di sodio, i cui i pericoli sono, come detto, noti e certificati: corrosivo per la pelle e dannoso per gli occhi e potenzialmente in grado di liberare sostanze pericolose per la salute e per l’ambiente con conseguente esposizione della popolazione a gravi rischi. Inoltre, l’eventuale mancanza di idonei DPI negli operatori e di avvertenze per la popolazione si configura come vera e propria violazione di legge. Questi ed altri motivi altrettanto preoccupanti – conclude l’Associazione ambientalista – ci spingono a chiedere al Governo regionale di esprimersi in maniera inequivocabile sulle procedure da mettere in atto per operare interventi solo a carattere straordinario, assicurando misure di protezione adeguata per gli operatori e la popolazione esposta e soprattutto facendo ricorso a saponi o comunque a detergenti convenzionali, come individuati da ISPRA, piuttosto che a soluzioni che, producendo come l’ipoclorito vapori tossici, possono risultare più dannosi che efficaci”.
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