Fermiamo questa guerra e il ricatto del gas
Invitiamo i soci di Legambiente a partecipare alle manifestazioni contro la guerra in Ucraina e per sviluppare, nella logica dell’agenda 2030, processi di Pace a ogni livello, contro le logiche di potenza fondate sulle armi e il ricatto delle fonti fossili:
- Trieste, ore 10.30, Largo Barriera Vecchia
- Udine, ore 11.00, spazio sottostante al Palazzo della Prefettura, via Piave 16
Informarsi delle iniziative negli altri capoluoghi e comunità promossi da reti associative!
La Pace è legata anche a una rapida transizione energetica, per uscire dall’economia fossile, che riduce l’autonomia dei popoli e acuisce la crisi climatica. Su questo aspetto riportiamo un comunicato di Legambiente Nazionale.
Quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina è motivo di vera angoscia. Purtroppo il modo in cui questa guerra si interseca con la politica energetica europea, fatta di investimenti massicci sul gas fossile, ci spinge per l’ennesima volta a dire che “avevamo ragione noi”.
Però, a volte, come in questo caso, l’avere ragione lascia l’amaro in bocca. Perché, purtroppo, avevamo ragione quando dicevamo al governo italiano e alle istituzioni europee che continuare a investire sulle fossili, oltre ad aggravare l’attuale condizione climatica, avrebbe creato delle dipendenze troppo forti da paesi la cui democrazia è a rischio o un concetto discutibile, Russia in primis.
Con i se e con i ma non si fa la storia, ma lasciatecelo dire, se oggi l’Unione Europea avesse una maggiore capacità di autoprodurre la propria energia tramite fonti rinnovabili, e non fosse così dipendente dal gas fossile, probabilmente avremmo uno strumento in più per fare pressione sulla Russia e tutelare la popolazione ucraina, oggi vittima dei bombardamenti russi. Invece siamo dipendenti per circa il 40% dalle importazioni di gas dalla Russia, e l’instabilità degli ultimi mesi la stiamo pagando con un aumento impressionante dei costi delle bollette del gas e dell’elettricità.
Per quanto l’attuale conflitto non sia unicamente e direttamente imputabile a ragioni di carattere energetico, sicuramente la posizione scomoda in cui si trova l’Europa, caratterizzata da un costante bisogno di gas fossile e schiacciata tra il mercato russo e quello statunitense, non ci permette di prendere decisioni in maniera indipendente e esercitare quel ruolo di mediazione e dialogo che avremmo potuto e dovuto giocare, fornendo a chi oggi minaccia la pace degli importanti strumenti di ricatto.
Come Legambiente, dunque, ci opponiamo fortemente al conflitto in corso e auspichiamo che l’attuale crisi umanitaria ed energetica ci serva da lezione per aumentare gli investimenti sulle fonti rinnovabili, ovvero su energia ecologicamente ed eticamente pulita.
Ci teniamo, infine, ad esprimere la nostra vicinanza alla popolazione ucraina auspicando un immediato stop alla guerra e ritorno alla pace.
Saremo presenti nelle prossime ore e nei prossimi giorni nei presidi e nelle manifestazioni per la pace che si stanno moltiplicando sui territori.
E animeremo anche i social network con una mobilitazione virtuale per chiedere di fermare questa ennesima terribile guerra.
#stopwar #noalricattodelgas