Pista da bob di Cortina e Ovovia di Trieste: due storie simili!
No alla pista da bob di Cortina!
Domenica scorsa su tutte le Alpi Orientali era una bellissima giornata di sole, una di quelle con il cielo terso che invitano ad effettuare una salita su una cima e a godersi in pace il panorama.
Oltre 700 appassionati della montagna hanno però preferito rinunciare alla tentazione di una appagante escursione per partecipare alla manifestazione che si è svolta nel “cuore” delle Dolomiti contro la realizzazione della nuova Pista da Bob prevista per le Olimpiadi del 2026.
Anche una folta rappresentanza della nostra regione – il circolo Legambiente della Carnia, assieme ad altri, aveva dato la sua adesione – è intervenuta all’iniziativa, rispondendo all’appello del gruppo consiliare “Cortina Bene Comune”. La manifestazione ha, in effetti, ottenuto l’appoggio di molte associazioni (tra queste il CAI nazionale e le Delegazioni del Veneto e dell’Alto Adige, Legambiente, Italia Nostra, Mountain Wilderness, CIPRA, Libera, Friday For Future, Extinction Rebellion, Ecoistituto del Veneto Alex Langer), ma anche di comuni cittadini, comitati e personalità della cultura, come gli scrittori Paolo Cognetti, Alex Bellini, Pietro Lacasella e Marco Albino Ferrari.
Gli interventi introduttivi, che si sono susseguiti dal palco della centrale piazza Di Bona prima che il corteo si snodasse fino al sito in cui dovrebbero iniziare i lavori, hanno messo in evidenza che la nuova pista, che secondo il dossier olimpico sarebbe dovuta inizialmente costare meno di 50 milioni di euro, avrà un costo, a lavori ultimati, superiore ai 124 milioni, con elevati oneri di gestione che graveranno in futuro sulle casse del Comune di Cortina.
Per mantenere attivo l’impianto, infatti, è stato stimato un costo annuo di un milione e mezzo di euro. Come coprirlo, considerato che non basteranno certo i noleggi da parte della FISI, visto che in Italia gli atleti che praticano il bob, lo skeleton e lo slittino sono solo poche decine? La “soluzione” pensata dai fautori della pista è il cosiddetto “taxi bob”: la possibilità, cioè, per tutti coloro che desiderano provare questa emozione, di effettuare delle discese in bob grazie alla guida di un pilota esperto. Secondo gli approssimativi scenari ipotizzati dai progettisti, per l’impianto di Cortina ci sarebbero oltre seimila persone all’anno disposte a pagare 180 euro per 40 secondi di discesa da “brivido”. Ad Innsbruck, però, dove questa opportunità è già possibile, gli utenti non raggiungono le mille unità.
Roberta De Zanna, consigliera comunale, Marina Menardi del “Comitato Civico Cortina” e il giornalista del “Fatto Quotidiano” Giuseppe Pietrobelli hanno reso evidenti i forti elementi di criticità legati alla costruzione dell’opera, compreso l’abbattimento di decine di alberi di un lariceto secolare. Tutti aspetti che ricordano da vicino la vicenda, altrettanto inquietante, del progetto di ovovia prevista a Trieste, la città della bora.
Per la “Pista da Bob” siamo così arrivati all’ultima chiamata, ma non perché quella di domenica fosse l’ultima occasione per chi la contesta di fermare i lavori, bensì per i tempi ormai strettissimi necessari per rispettare il crono-programma. La pista, al grezzo, andrebbe ultimata entro il 15 novembre 2024, per consentire il collaudo dell’impianto nell’inverno successivo, mentre per metà novembre del 2025 l’impianto dovrà essere completo in tutte le sue parti, al fine di procedere con la preparazione dei giochi. In poche parole, l’opera va terminata nel prossimo autunno.
Sembra però che sia difficile trovare aziende disponibili a gestire i lavori di costruzione della pista. Infatti sono già due i bandi andati deserti, il primo di quest’estate e ora anche l’assegnazione diretta.
Più si aspetta, più i rischi di avviare un cantiere senza riuscire ad ultimarlo aumentano, mettendo tra l’altro i lavoratori nelle condizioni di dover lavorare giorno e notte e con qualsiasi condizione climatica. In Italia, in passato, sono state costruite tre piste, quella di Cervinia, quella di Cortina e quella di Cesana Torinese (per le Olimpiadi del 2006), tutte in seguito chiuse per dei costi di gestione troppo elevati. Ha senso, quindi, andare a costruirne una quarta e sperare che le cose cambino?
Le alternative in realtà non mancano: la vicina Innsbruck – più vicina di Milano, l’altra sede olimpica – sarebbe disponibile ad offrire la sua pista al costo di circa 15 milioni di euro, un decimo di quanto ipotizzato per Cortina, senza contare gli oneri di gestione. Il CIO (Comitato Olimpico Internazionale) sarebbe anche favorevole a questa soluzione, perché privilegia Giochi sostenibili dal punto di vista dell’impatto ambientale e del costo economico. Per il Comitato organizzatore ed il Presidente della Regione Zaia questo però sarebbe uno “smacco”, ma è più importante “l’orgoglio dei Veneti” o è meglio evitare la “vergogna dei debiti”?
“Si tratta di una questione collettiva, non solamente dei cortinesi – è stato ribadito domenica – e questo perché l’ambiente è di tutti, come di tutti sono le decine di milioni di euro che andranno spesi per tale opera sportiva”.
Qui trovate un filmato che riassume le criticità dell’opera:
Comunicato Stampa in PDF: No alla pista da bob di Cortina