Autonomia energetica della montagna
Comunicato stampa #autonomiaenergetica
Udine, 14 febbraio 2014
L’autonomia energetica della montagna:
idea utile e conveniente che può accompagnare la riforma del sistema delle autonomie locali
“La rinata volontà di autonomia energetica della montagna friulana, emersa dopo i lunghi black out dei giorni scorsi, conseguenti alle nevicate ed al brutto tempo eccezionali, è utile e conveniente” dice Elia Mioni, presidente regionale di Legambiente, “e ben venga l’ora che i sindaci si muovano tutti assieme per sostenere e realizzare questa idea”.
“E’ utile, perché rafforza un sistema di riappropriazione territoriale delle risorse naturali che, come nel caso dell’acqua, sono state sottratte alla montagna e a tutta la Regione; conveniente perché in prospettiva si potrà pagare di meno l’energia, facendo utili e tutelando l’ambiente. Anche le aziende montane e le loro categorie di rappresentanza dovrebbero sostenere questa proposta”.
Peraltro, ricorda Mioni, questa idea non è nuova; già l’anno scorso, al Convegno organizzato da Legambiente a Preone sull’idroelettrico, la avanzammo all’allora appena insediata amministrazione regionale, sostenendo l’idea di una struttura, Agenzia o altro, che comunque riproducesse in Friuli V.G. il modello produttivo-amministrativo delle Province di Trento o di Bolzano, e allora i sindaci della Carnia, tranne poche eccezioni, non furono né attenti né presenti.
E’ importante riprendere l’idea e svilupparla concretamente assieme alla Regione, con il contributo di tutte le parti interessate, siano enti locali che aziende che rappresentanze ambientaliste. A questo proposito il tema della valorizzazione delle risorse energetiche locali ai fini del risparmio e dell’efficienza energetica e di possibili modelli locali di autogestione sono al centro di un progetto, avviato da poco, che vede Legambiente impegnata insieme all’Agenzia regionale per l’energia APE, a 10 Comuni carnici, capofila Paluzza, e alla Secab, storica azienda cooperativa operante nel settore.
“La proposta – conclude Mioni – deve essere anche un’occasione per ripensare l’impatto ambientale che le derivazioni idroelettriche producono, di dotarsi di nuove linee guida severe per le derivazioni, e di sostenere nel frattempo una moratoria delle concessioni, visto che le richieste di nuove derivazioni e di nuove centraline continuano incessanti su qualsiasi corso d’acqua montano e provengono spesso da aziende extraregionali.”
Questa proposta – rileva infine Legambiente – pone anche il problema più generale, di riorganizzare la distribuzione dell’energia e la proprietà delle aziende elettriche in Regione e quindi di ripensare, in quest’ottica, anche l’accordo di Udine Hera-AMGA che da troppe parti è visto come una cessione non utile e conveniente, frutto di una logica contraria alla valorizzazione delle autonomie locali e che non rafforza il sistema energetico regionale.