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La scarsa trasparenza sulla vicenda “ascensore” di Gorizia

Il Coordinamento della Associazioni contro l’Ascensore di Gorizia (CO.AS.GO.) desidera effettuare delle puntualizzazioni in merito alle dichiarazioni rilasciate alla stampa e in sede di Consiglio Comunale dal Sindaco Ettore Romoli sul doppio procedimento aperto nei confronti del Comune dal Servizio V.I.A. della Regione FVG riguardo le funicolari per il castello.

Nonostante difatti l’attribuzione da parte del Sindaco delle valutazioni del Servizio V.I.A. ad un “semplice disguido burocratico”, tale Servizio, l’unico competente in Regione, ha stabilito in modo inequivocabile che il progetto doveva essere sottoposto a tale procedura dietro richiesta del Comune stesso quale Ente promotore dell’opera, e non del Forum per Gorizia, né tantomeno del Coordinamento delle Associazioni che se n’è poi effettivamente occupato. Ciò denota l’assenza di effettiva volontà nel collaborare col Servizio V.I.A. stesso – da noi edotto sulle dichiarazioni pubbliche rilasciate dal Sindaco e sulla presenza di scavi archeologici in corso, di cui era del tutto all’oscuro -, suffragata dal fatto che fino allo scorso 4 luglio, a 20 giorni dalla notifica al Comune di avvio delle procedure d.d. 14 giugno, il Comune non aveva fornito alcuna documentazione ai responsabili dell’istruttoria, e costituisce un pessimo esempio da offrire ai cittadini, che per apportare modifiche anche minime alle proprie abitazioni private sono invece obbligati a sottoporle a numerose autorizzazioni, mentre un progetto della mole delle funicolari risulta essere assolutamente privo di una delle più importanti.

Il Coordinamento, che vigilerà costantemente affinché tutti gli accertamenti necessari per Legge siano espletati, fa inoltre notare che se il progetto “ascensore” dovesse essere bocciato sarà onere del Comune ripristinare lo status quo ante l’inizio del cantiere: la collina non potrà rimanere così com’è attualmente, per motivi di “decoro urbano” ma soprattutto alla luce del serio rischio di problemi di staticità e di possibili frane, che si sarebbero comunque potute realizzare in qualsiasi momento durante lo svolgimento dei lavori e non solo come conseguenza del loro blocco da noi richiesto, come dichiarato dal Dott. Romoli, in quanto il colle del castello è definito “area ad alto rischio di instabilità geostatica tale da limitarne l’utilizzo urbanistico” (studi di zonizzazione geologica effettuati per la variante al PRGC del 2001).

Si sottolinea anche che, a differenza di quanto affermato sempre dal Sindaco, i due progetti esecutivi del 2005 e del 2010 non sono affatto identici, e questo è facilmente deducibile anche solo dalla mole di tavole: appena 21 per quello del 2005, ben 117, cioè quasi cinque volte di più, quelle del 2010.

Si rileva infine che la sollecitudine con cui il Sindaco ha rilasciato le ultime dichiarazioni in risposta alla nostra conferenza stampa del 2 luglio u.s. non si è però verificata quando al Comune è stata notificata la “falla procedurale” costituita dalla mancanza della V.I.A., né quando sono stati rinvenuti i resti archeologici, notizie delle quali solo il Coordinamento ha provveduto ad informare prontamente la stampa e con essa l’intera popolazione. Ciò denota la scarsa trasparenza dell’Amministrazione sull’intera vicenda “ascensore” e la precisa volontà di non coinvolgere affatto la cittadinanza, confermata dalla mancata risposta alla nostra richiesta di assemblea pubblica di presentazione del progetto – rimasta del tutto inascoltata, nonostante un membro della Giunta, l’Ass. Del Sordi, avesse promesso di indirne una già in febbraio – e suggellata definitivamente dall’accertamento della mancanza della V.I.A., per l’espletamento della quale sono tra l’altro richiesti studio, presentazione alla stampa, audizioni pubbliche, partecipazione e osservazioni dei cittadini, da noi effettuati come Coordinamento ma completamente disattesi dall’Amministrazione Comunale.

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