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Nuove dighe sull’Isonzo col piano energetico sloveno.

Mentre sempre di più in ambito europeo ed internazionale si parla di tutela ambientale dei corsi d’acqua e di sviluppo sostenibile, nella vicina Slovenia con la discussione del nuovo Piano energetico viene prevista l’abrogazione delle norme che tutelano l’Isonzo, i suoi affluenti per consentire la realizzazione di centrali idroelettriche. Il piano potenzialmente prevede la realizzazione fino a 23 nuovi impianti idroelettrici di cui la maggior parte sul fiume Sava (quello che attraversa Lubiana), e anche sui fiumi Drava e Mura.

 

E’ certamente comprensibile che un Paese in crescita economica necessiti di energia ma pensare di sfruttare in maniera sconsiderata tutte le risorse idriche è semplicemente folle se si considera che il buon livello di naturalità del tratto alto dell’Isonzo sarebbe stravolto mettendo in forse l’integrità ambientale e la sopravvivenza delle specie ittiche presenti e con risvolti ancora da ponderare anche sulla parte italiana.

Si consideri che tali posti sono oggi ampiamente frequentati dai turisti per la loro bellezza costituendo una forma di economia sicuramente più sostenibile rispetto a quella prospettata. Inoltre non si tiene in minima considerazione che l’Isonzo è già oggi ampiamente sfruttato con la presenza di ben quattro impianti in Slovenia e uno in Italia.

L’Isonzo deve essere considerato un’unico fiume; un fiume internazionale, che va necessariamente gestito in maniera congiunta nel prioritario interesse delle Comunità locali, e del mantenimento del suo, già fortemente alterato, assetto idrologico e biotico.

Confidiamo che da parte delle Autorità slovene vi sia un ripensamento nell’interesse della tutela ambientale.

 

Luca Cadez

Pres.te Legambiente Gorizia

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