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Mostra “L’insediamento medievale di Longiarazze a Budoia”

Sabato 25 febbraio, alle ore 18.00, presso il teatro di Dardago di Budoia, verrà inaugurata la mostra ” L’insediamento medievale di Longiarazze di Budoia”.

L’iniziativa  chiude una ricerca iniziata due anni fa e ha spinto la nostra associazione a confrontarsi anche con i tempi lunghi delle trasformazioni paesaggistiche. Si tratta di una mostra che ha finalità didattiche e che vuole spostare l’attenzione dalla testimonianza archeologica intesa come un reperto museale alla considerazione che il territorio è un incredibile documento che racchiude al suo interno anche la memoria di pratiche antiche.

Oggetti che sfuggono alla dimensione dei musei e dell’archeologia classica permettono di ricostruire i processi di popolamento e di abbandono delle attività agricole del versante pedemontano.
Nel basso medioevo l’aumento della popolazione produsse come conseguenza uno sviluppo di nuovi centri urbani e di insediamenti agricoli. Non tutti i nuovi borghi ebbero però la fortuna di resistere nel tempo e alcuni di questi divennero insediamenti temporanei. Nella giurisdizione dei signori di Polcenigo la colonizzazione delle aree più fertili del versante fu risolta con la costruzione di un sistema di proprietà agricole (masi) sparsi tra La Mont e Longiarezze. Il primo insediamento riuscì a sopravvivere e a trasformarsi in parte in quello che conosciamo come Mezzomonte, mentre il secondo fu abbandonato già nel XVI secolo per trasformarsi in un complesso di stalle al servizio della popolazione insediata a Dardago e a Budoia. Oggi quei fertili ripiani sono invasi dalla vegetazione, ma una ricerca sul campo ha permesso di cogliere il significato e i segni archeologici di questo progressivo abbandono degli spazi attrezzati dall’uomo per la coltivazione.
La mostra, organizzata in una ventina di pannelli, ricostruisce le fasi della colonizzazione e quelle della trasformazione della borgata, fino ad affrontare il problema dell’’impronta umana impressa persino nelle fasi della trasformazione dell’’ambiente selvatico.

in allegato la locandina

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