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Ecosistema acquatico del Collio a rischio

Ecosistema acquatico del Collio a rischio

torrente Groinizza Gorizia, comunicato stampa di Legambiente Gorizia e Associazione Fiume Isonzo.

Negli ultimi 15 anni si è intensificata la tendenza di vari enti regionali a regimentare fiumi e torrenti, spesso con tecniche invasive e noncuranza per il delicato ambiente fluviale anche di corsi d’acqua di piccole dimensioni.
Ed è quello che sta per succedere di nuovo al torrente Groinizza (che scende da San Floriano e si immette nel t. Groina) e in parte al torrente Oslavia suo affluente, con massicci interventi che partiranno a breve sotto la guida del Servizio gestione territorio rurale e irrigazione della Regione.

In un contesto di notevole integrità ambientale e dove non insistono costruzioni, strade principali e valori esposti di pregio pare che i saltuari straripamenti del piccolo rio (dovute ad un ponticello), e alcuni lievi problemi di erosione spondale giustifichino un intervento dal costo di 150mila euro.
Il rio scende infatti da San Floriano e ospita molte specie quali l’ormai raro gambero di acqua dolce, rane, e il barbo. C’è anche la trota marmorata che l’Ente Tutela Pesca (con soldi pubblici) sta favorendo con progetti di ripopolamento.
Basta sollevare una qualunque pietra, un sasso, e osservarne la vitalità: ci sono larve, insetti, tutti parte di un delicato ecosistema che rischia di essere pesantemente compromesso.

Nel giro di qualche settimana diversi tratti di questo rio saranno infatti stravolti con una serie di interventi. In particolare per ovviare ai saltuari straripamenti sarà ricostruito un ponticello che oggi fa da collo di bottiglia. Mentre per l’erosione della riva niente di meglio che delle belle scogliere in blocchi di calcare. Già, perché usare i massi di calcare oltre che molto invasivo (ed estraneo a quell’ambiente) è anche molto più costoso rispetto ad altri materiali, e si sa l’economia deve pur girare, meglio se coi soldi del contribuente.
In altre regioni d’Italia più avanzate si applica coerentemente l’Ingegneria Naturalistica, disciplina che cerca di risolvere problemi come quelli dei corsi d’acqua in maniera sostenibile, usando materiali del luogo e con costi mediamente più bassi. Ad esempio se l’acqua erode una sponda si possono usare delle “palificate spondali vive” ovvero delle palificate di legno dove si inseriscono piante locali, come il salice, che con le radici nel giro di poco tempo stabilizzeranno la sponda. Non fantascienza ma cose concrete all’ordine del giorno in regioni come il Trentino Alto Adige.

L’intervento prospettato invece significherà usare ruspe e mezzi pesanti ed entrare nel greto stravolgendone l’aspetto; oltre alla “pulizia” lungo le sponde della vegetazione per il transito dei mezzi. Insomma, diversamente dallo sversamento di verderame nel Barbacina di alcuni giorni fa, qua siamo di fronte a esempi di devastazione ambientale legalizzata, che ha già colpito nel passato lo stesso Groinizza e molti altri corsi d’acqua del Collio che si stanno via via snaturalizzando.

Consigliamo a tutti i cittadini di percorrere la stradina che fiancheggia il Groinizza partendo o da Scedina o da Lenzuolo bianco perché ne vale la pena.
Legambiente Gorizia e l’Associazione Fiume Isonzo manderanno a breve una relazione alla Regione chiedendo la modifica del progetto e lo stop ad altri interventi invasivi.

Legambiente Gorizia e Associazione Fiume Isonzo

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