19 ettari di caserme da riutilizzare a Gorizia
Comunicato stampa 19 febbraio 2016
FORTEZZA FVG: 19 ETTARI DI CASERME DA RIUTILIZZARE A GORIZIA
Dopo il 1945, l’intero Friuli Venezia Giulia è diventato una grande fortezza che, come la “Bastiani” del Deserto dei Tartari di Dino Buzzati, non è mai stata usata per gli scopi che l’avevano vista nascere.
Oggi la dissoluzione della grande infrastruttura militare, pensata come una porosa trincea nei confronti del comunismo dilagato oltre confine, pone molti interrogativi sul significato e sui tempi del riuso di ampie aree che, per qualche decina di anni, erano state rese funzionali alla difesa dei confini.
I siti dismessi sono centinaia e almeno duecento sono già stati venduti o trasferiti dal Ministero della Difesa ad altri enti. Con quali risultati si sono operati i primi riusi? Quali problemi ci sono nel ridefinire le funzioni delle aree militari abbandonate? Quali proposte sono state rese esplicite per recuperare i brani più importanti e testimoniali della non dimenticata, né dimenticabile, guerra fredda?”
A queste ed altre domande hanno cercato di dare risposta Moreno Baccichet e Luca Cadez nell’incontro “FORTEZZA FVG. Problematiche della dismissione delle aree militari e misura del fenomeno”, svoltosi mercoledì scorso nella sala espositiva della Fondazione CARIGO con la collaborazione di Legambiente Gorizia.
Durante la narrazione di sicuro impatto emotivo l’accenno ai “forni” per le mine atomiche che avrebbero consentito di fare tabula rasa di vaste superfici lungo il confine, al fine di annientare le colonne corazzate nemiche. Uno scenario apocalittico che per fortuna non si è mai concretizzato ma che ha lasciato comunque segni tangibili sul territorio. Si stima che nella nostra regione vi siano almeno 100 chilometri quadrati di installazioni militari, molte delle quali nella nostra provincia e che il demanio militare sta via via decomissionando lasciando però forti interrogativi su come riutilizzarle. E le superfici delle sole caserme della nostra regione potrebbero soddisfare la domanda abitativa dei prossimi 20 anni, senza quindi utilizzare un solo metro quadrato di superficie agricola, e impedendo nuovo consumo di suolo.
Con questo convegno Legambiente ha voluto riaprire un dibattito sulle tante caserme abbandonate della nostra città, la Del Fante di via Duca d’Aosta di almeno 13 ettari di superficie, e la Pecorari di Lucinico di 5,6 ettari. Secondo Legambiente è quanto mai necessario pensare al futuro di questi spazi, ipotizzando al come riassorbirli nel tessuto urbano e a che strumenti finanziari utilizzare.