Gorizia e l’agonia delle ciclabili
Detto – fatto! La lungimirante amministrazione comunale ha messo in pratica quanto anticipato sulla stampa locale qualche settimana fa.
Nell’area pedonale di Corso Verdi le bici potranno transitare solo sulla carreggiata e non sulle ciclabili tracciate sui marciapiedi. E qui ci può anche stare visto che, fortunatamente, non vige il divieto per le bici che anzi possono ora usufruire di uno spazio più ampio per “sfrecciare”.
Il problema invece sono i controviali di Corso Italia dove il Comune ha concesso ai bar gli spazi a suo tempo riservati alla pista ciclabile ed anche parte dei marciapiedi.
Nel tratto tra il Teatro Verdi e via 24 Maggio DUE (!!!) bar costringono i ciclisti a pedalare sulla strada con tutti i rischi che ne conseguono. Il comune qui dimostra di non aver alcun interesse verso l’incolumità di mamme e bambini in bicicletta e nessuna sensibilità verso ciechi e portatori di handicap che devono districarsi tra un dedalo di sedie e tavolini. Rifacendosi alla lettera di Marino Clemente ribadiamo che il beneficio per molti è stato sacrificato a vantaggio di pochi.
Ma la cosa più sconvolgente è il divieto di transito alle bici appena introdotto nel controviale tra via 24 Maggio e via Bellini, quello davanti all’ex Palazzo della Provincia (l’ultima amministrazione provinciale, contrariamente a quella comunale, aveva dimostrato grande sensibilità verso gli utenti della bicicletta). Il suddetto tratto è assolutamente libero da qualsiasi ostacolo, non ci sono bar o attività similari; quindi non troviamo nessun motivo valido per giustificare questo divieto. A nostro avviso il controviale è sufficientemente largo per creare una zona ciclo-pedonale che quanto meno costituisca la continuazione della pista ciclabile sul lato opposto, la quale, a questo punto e visti i precedenti, avrà vita breve.
Esilarante il servizio del TG3 regionale del 11/9 (lo trovate qui) in cui, proprio di fronte al palazzo provinciale, il Comandante dei Vigili Urbani motiva l’ordinanza ed alle sue spalle un’auto percorre il controviale ed una signora in bicicletta sembra chiedere ad una vigilessa perché ci siano delle auto parcheggiate nell’area pedonale.
Sentiamo da più parti lamentele di famiglie che non escono più in bicicletta nelle vie goriziane e preferiscono trasferirsi nella vicina Nova Gorica dove la rete ciclabile consente di percorrere lunghi tratti in totale sicurezza. Qui da noi le piste ciclabili di Corso Italia (o per meglio dire quel che ne resta) sono spesso e volentieri utilizzate da pedoni e portatori di cani; provate a camminare sulle piste ciclabili slovene, austriache o tedesche e ci saprete dire! Manca del tutto la cultura, la condivisione degli spazi, il rispetto dei diritti altrui.
Altro argomento è quello ambientale: favorendo le bici si riducono le auto in circolazione e di conseguenza anche l’inquinamento.
Per concludere il colmo dei colmi. Poco tempo fa l’amministrazione aveva intenzione di iscriversi a ComuniCiclabili, lodevole iniziativa di FIAB (Federazione Italiana AMICI DELLA BICICLETTA) che premia gli sforzi di quelle amministrazioni che, coraggiosamente, mettono in pratica concrete politiche per la mobilità in bicicletta. Ma pensavano proprio che togliendo piste ciclabili (Corso Italia, Via Lunga, viale XX Settembre,…), rendendo impraticabili quelle esistenti (via Kugy, via Blaserna,…), ed installando stazioni di bike sharing dal difficile utilizzo potevano guadagnarsi il titolo di Comune Ciclabile?
FIAB GorizianINbici / Legambiente Gorizia