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Sulle sponde del Natissa un intervento inutile e dannoso, gli Unni non avrebbero saputo far meglio

Sulle sponde del Natissa un intervento inutile e dannoso, gli Unni non avrebbero saputo far meglio

20200319 000007Ci sono giunte numerose segnalazioni da parte di cittadini residenti ad Aquileia relativamente ai lavori di manutenzione straordinaria della vegetazione sulle sponde del fiume Natissa, in via Curiel e borgo San Felice, realizzati tra gennaio e febbraio di quest’anno dalla ditta Agro System s.r.l., per contro dell’Amministrazione comunale di Aquileia.

L’intervento, motivato dal Comune per ragioni di sicurezza idraulica, ha determinato la radicale asportazione di tutta la vegetazione ripariale presente, senza soluzione di continuità e, cosa ben più grave, senza una qualsivoglia idea e prospettiva di ripristino e rinaturalizzazione dell’area. Altrimenti, si sarebbe operato in modo assolutamente più conservativo, selettivo e rispettoso degli equilibri naturali e del contesto paesaggistico, magari seguendo le buone pratiche e le indicazioni del Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale (CIRF).

Informarsi, approfondire, studiare prima di lanciarsi in queste imprese dovrebbe essere quanto mai doveroso per chi amministra il bene comune. Invece, si è agito con quella sensibilità e attenzione tipica di molte amministrazioni che intervengono sul verde come se stessero asfaltando una strada o ripristinando una fognatura. Nel caso in questione è mancato solo di cospargere il terreno di sale!

Il danno ambientale più evidente è sul lato di borgo San Felice. Dei noccioli, degli ontani e degli altri arbusti che qui bordavano il fiume non c’è più traccia. Di quel senso di pace, di bellezza, di equilibrio e di antichi racconti che evocava il fiume, non rimane più nulla. Il tutto a pochi passi dai resti di un antico arco in pietra, resto di fortificazione di epoca medievale, e dalla stessa Basilica. Come sostiene un residente “… gli Unni non avrebbero saputo fare di meglio”. Ed è proprio vero, con tutto il rispetto per gli Unni.

Ma siamo poi sicuri che un tale scempio possa essere giustificato in nome della sicurezza idraulica? Per di più all’interno di un sito UNESCO?

Il Piano Regolatore del Comune di Aquileia all’Art.10.4 – Vegetazione ripariale delle Norme Tecniche di attuazione (Variante n. 22 – giugno 2017) ammette interventi di – manutenzione e pulizia dell’alveo che prevedano anche l’eliminazione di specie autoctone e/o tutelate solo nei casi in cui queste costituiscano grave impedimento al regolare deflusso delle acque e sulla base di una specifica progettazione redatta da un tecnico competente, che motivi l’intervento, da sottoporre all’approvazione della competente autorità forestale. Facciamo veramente fatica a convenire che le numerose piante che sono state tagliate nelle parti più lontane dall’alveo, possano essere considerate di impedimento al regolare flusso delle acque.

Ci chiediamo, inoltre, se è stata fatta una specifica progettazione, approvata dalle autorità competenti, dato che non è rintracciabile nei documenti pubblici disponibili. Il fiume Natissa è inserito nell’elenco delle aree tutelate ai sensi dell’Art. 142, comma 1, lettera c) del Codice dei beni culturali e del paesaggio e, conseguentemente, dal Piano Paesaggistico Regionale (PPR). Il Piano Paesaggistico (Norme tecniche di attuazione – Art. 23) riconosce i fiumi, torrenti, corsi d’acqua quale componente del paesaggio regionale da tutelare e valorizzare. Indirizza la pianificazione a limitare e ridurre le trasformazioni degli alvei e delle sponde e a conservarne e incrementare gli elementi di naturalità, a salvaguardare la funzionalità ecologica e idraulica e della morfologia fluviale naturale. Proprio per questo non viene richiesta l’autorizzazione paesaggistica nel caso della manutenzione degli alvei, delle sponde e dei corsi d’acqua compresi gli interventi sulla vegetazione ripariale arborea e arbustiva … solo se non comportano alterazioni permanenti della visione d’insieme della morfologia del corso d’acqua. Vista la devastazione operata ci chiediamo, a questo punto, se è stata chiesta l’autorizzazione paesaggistica e, se concessa, con quali prescrizioni.

Insomma una verifica da parte delle Autorità competenti e in particolare del Corpo Forestale sui lavori effettuati e sul percorso autorizzativo è, per Legambiente, quanto mai auspicabile e doverosa, sia per dare una pronta risposta ai molti cittadini che non hanno digerito un intervento così radicale e devastante, sia per dare, in prospettiva futura, dei chiari limiti e il corretto inquadramento ad interventi di manutenzione come quello maldestramente effettuato sul Natissa.

La situazione attuale è veramente sconfortante e riteniamo anche pericolosa; rimangono solo ceppaie e qualche radice, la sponda si è trasformata in una pericolosa lamina di fango, ovunque erosa e pronta a cedere in qualsiasi momento. Al riguardo, le zone di sponda più integre sono proprio quelle dove erano presenti le alberature, chissà come mai In pratica, devastato l’habitat e l’aspetto paesaggistico, riteniamo possa essere a rischio la stessa stabilità dell’Arco di S. Felice, considerato che la sponda su cui poggia a causa dell’intervento effettuato, rischia di perdere stabilità, forza e robustezza. Sarebbe paradossale, dopo secoli di silenzioso presidio, che i resti dell’antica fortificazione debbano crollare a causa di un intervento inutile, dannoso e probabilmente anche in contrasto alle disposizioni legislative, in relazione alle quali, Legambiente ha chiesto una verifica alle sedi competenti.

Circolo Legambiente “Ignazio Zanutto” APS Monfalcone

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