Sghiaiamento e riqualificazione ambientale dell’Asta del Cellina
Ormai ci siamo abituati. Da 30 anni il clichè è sempre lo stesso:
- succede l’evento atmosferico, piove molto per alcuni giorni, problemi di viabilità lungo la strada della Valcellina, si depositano centinaia di migliaia di metri cubi di ghiaia sul lago di Barcis;
- proteste, indignazione unanime, richieste da tutte le parti di affrontare e risolvere il problema;
- risposte emergenziali delle istituzioni, della Regione in particolare e si cerca di tamponare le situazioni critiche;
- promesse di affrontare le problematiche in modo strutturale;
- si eseguono i lavori d’urgenza con altissimi costi per la comunità, il tempo passa, visto che il problema è complesso lo si accantona e si aspetta il prossimo evento.
Ci eravamo illusi che gli eventi atmosferici straordinari dell’ottobre 2018 (tempesta Vaia) fossero serviti a capire la gravità della situazione lungo il Cellina che non riguarda solo lo sghiaiamento del lago di Barcis ma l’esigenza di una riqualificazione ambientale dell’intera asta del fiume dalle sorgenti alle risorgive.
Ci eravamo illusi che l’impegno della Regione formalizzato con la delibera 52 del 17.01.2020 per avviare un percorso partecipato che si concludesse con un vero e proprio “Contratto di Fiume” fosse concreto. Nell’allegato alla delibera si cita esplicitamente (riferendosi allo sghiaiamento) l’esigenza di dover “procedere con una seconda fase in cui, con il costante coinvolgimento della popolazione interessata, si individui la soluzione ottimale maggiormente condivisa ed eventuali suggerimenti. Proprio sulla base della positiva esperienza del gruppo di lavoro che ha affrontato l’emergenza dell’ottobre 2018. Detta fase si dovrà configurare come una progettazione partecipata, secondo le metodologie di Agenda 21. La stretta correlazione alle attività di gestione di un corso d’acqua, suggerisce di inquadrarla all’interno del percorso delineato dall’art. 68 del decreto 152/06 relativo ai contratti di fiume”.
Con questi presupposti avevamo dato anche la nostra disponibilità di associazione ambientalista a fornire il nostro contributo.
Nella realtà, per quanto di nostra conoscenza, non si sta facendo nulla. Le sole opere che vanno avanti sono quelle legate allo sghiaiamento in emergenza con i camion e alla costruzione del nuovo ponte sul lago di Barcis che, secondo la Regione, dovrebbe servire a facilitare il trasporto su gomma evitando l’attraversamento dell’abitato di Barcis. In questo senso è molto esplicita la recente dichiarazione del sindaco secondo cui, finito il ponte, resta da risolvere “solo” il problema dell’attraversamento di Montereale.
Non si sa nemmeno nulla sull’esito dello studio preliminare affidato dal Consorzio di Bonifica, nel 2019, all’ing. Aprilis per una valutazione ambientale e socio-economica di diverse ipotesi di sghiaiamento alternative al trasporto su gomma.
L’impressione che abbiamo è di uno stallo assoluto e in questo contesto c’è anche il silenzio dell’amministrazione comunale di Montereale evidentemente troppo occupata a farsi la propaganda cementificando inutilmente aree di parcheggio a San Leonardo o con spettacolini di fine anno con i Papu a spese dei cittadini che di affrontare i temi veri della politica.
Montereale si trova in un crocevia di problematiche che segneranno il futuro del nostro territorio e che riguardano l’asta del Cellina ma anche lo sviluppo socio-economico, il Parco e la Riserva Naturale della Forra, la viabilità, la Ferrovia pedemontana…
Per cui caro sindaco basta propaganda, metti la camicia dentro i pantaloni e rimboccati le maniche. E’ un sollecito che vale anche per la minoranza in consiglio comunale che, su questi temi, ha il diritto-dovere di essere partecipe e propositiva.